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I perché della scelta "Si è voluto un edificio riconoscibile, visibile ed ecosostenibile"

Il responsabile del procedimento: "Progetto potenzialmente iconico". E il governatore Giani punta sul risparmio: "Basta sedi in affitto".

I perché della scelta "Si è voluto un edificio riconoscibile, visibile ed ecosostenibile"

Riunire vari uffici, oggi dispersi in più palazzi, risparmiare sugli affitti, ma anche dare alla Regione una sua identità architettonica. Questi gli obbiettivi del progetto della Terza Torre, destinata a diventare la nuova sede degli uffici della giunta toscana. "A muoverci – ha ribadito ieri il presidente della Regione, Eugenio Giani – è la volontà di raccogliere in un unico luogo tutto il personale della Regione attualmente sparso in vari immobili in affitto a Firenze. Per la storia stessa dell’ente, la Regione non ha mai avuto una sua sede, è si è sviluppata in modo dispersivo, occupando vari immobili in zone diverse della città. In futuro, nelle tre Torri di Novoli saranno attive circa 1.700 persone, più o meno la metà del totale presente in tutta la Toscana (fra loro, anche il presidente e la giunta ndr). Questo ci consentirà di lavorare meglio, ma anche di ottenere importanti risparmi economici. Per esempio la sede dell’assessorato alla sanità, in via Alderotti, ci costa oggi circa 700mila euro l’anno d’affitto, mentre per la sede della Protezione civile ne spendiamo altri 200mila euro. In circa 3040 anni riusciremo a recuperare l’intero investimento".

Ma perché è stato scelto un progetto con uno sviluppo così verticale? "Come ha illustrato la Commissione – spiega Michele Mazzoni, direttore della Direzione Opere Pubbliche della Regione e responsabile del procedimento – il progetto ideato dal team guidato dall’architetto Carlo Terpolilli si è contraddistinto proprio per avere adottato una soluzione compositiva interessante, emergente a livello volumetrico e potenzialmente iconica, caratterizzata da scelte di involucro e di impianto ispirate a principi di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica". In pratica la Terza Torre, così come è stata immaginata, è piaciuta proprio perché in grado di spiccare nell’orizzonte cittadino.

"Altri aspetti che sono stati apprezzati – continua Mazzoni – sono le misure di carattere ambientale e le soluzioni tecnologiche. Nel primo caso l’obiettivo è minimizzare il consumo di energia e la produzione di CO2 con l’utilizzo di impianti per la produzione di rinnovabili come quelli fotovoltaici. Inoltre, sono state previste soluzioni per il riutilizzo delle acque piovane e la presenza di superfici verdi all’interno, una delle quali sulla sommità di una delle due torri, e all’esterno, progettate per essere elementi attivi di mitigazione al cambiamento climatico". Si tratta, in questo caso, di alcuni giardini pensili, oltre che di aree verdi al livello del suolo.

"Alla Commissione – conclude Mazzoni - è piaciuto anche l’impianto planimetrico, che prevede due volumi paralleli di forma triangolare connessi da uno spazio centrale trasparente. Una piastra al piano terra ospita poi una grande hall, l’auditorium e la sala espositiva; sulla sua sommità diventa un giardino pensile a servizio del quartiere". Insomma la Commissione ha apprezzato l’edificio proprio per il suo essere particolare, riconoscibile e ben visibile. Gli stessi motivi che hanno acceso il dibattito in città.

Lisa Ciardi