"Ho detto una volta e forse con ragione: la civiltà passata diventerà un mucchio di rovine e alla fine un mucchio di cenere, ma sulla cenere aleggeranno spiriti". Sono le parole del filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, che il grande fotografo Olivo Barbieri riprende come traccia per l’ultima esposizione "Pensieri diversi", dove le sue immagini sono un costante invito a interrogarsi sulle contraddizioni del mondo moderno. Una cinquantina di foto scattate negli ultimi vent’anni, fra cui preziosi lavori inediti, è esposta a Villa Bardini (fino all’11 febbraio), a cura di Marco Pierini, col coordinamento scientifico di Alessandro Sarteanesi, promossa da Fondazione CR Firenze e Fondazione Parchi Bardini e Peyron in collaborazione con Magonza.
Immagini che diventano momento di riflessione su un mondo in continua e angosciosa trasformazione. Come i centri commerciali che ritraggono una società neutralizzata nel suo bisogno di sicurezza, contrapposti alla maestosità imperturbabile delle Alpi, per tornare poi alle fotografie dedicate al Wet Market a Zhanjiang in Cina, che assumono una valenza ancora più forte dopo la pandemia. Con "Pensieri diversi", Barbieri prende in prestito il titolo di uno dei più celebri volumi di Wittgenstein, dove il filosofo si interroga su vari aspetti della realtà e delle arti, dichiarando la sua estraneità ad un mondo moderno fondato sul culto della tecnica e del progresso. L’esposizione si articola in nove momenti: Detroit 2010, Tribunali 2000, Landfill 2013, Wet Market 2000, Centri Commerciali sulla Via Emilia 1999, site specific - 2004-2017, Tibet 2000, Alps Geographies and people 2012, Capri 2013. "Olivo Barbieri ci consegna un’idea di paesaggio che mai si dà come paradigma canonico e inalterato - spiega Marco Pierini -, ma si configura al contrario come spazio del nostro vivere, luogo dove le volontà, le intenzioni, i desideri assumono forma e sostanza, quando non precipitino per l’eccesso di hybris".
"È anche l’occasione per ripensare ai tanti significati del ’nostro’ paesaggio - afferma il presidente della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, Jacopo Speranza - che rappresenta uno dei motivi identitari del Paese".