
I fratelli Ricci guidano la maison nata dal padre Stefano: il ceo Niccolò e il direttore creativo Filippo
Da Caldine al mondo. La sfilata per l’estate 2026 di Stefano Ricci - una delle eccellenze italiane che ha il suo epicentro produttivo (e creativo) in Toscana - si è tenuta a Milano, sul palcoscenico del teatro Strehler. E i colori ottimisti e rasserenanti della collezione, ispirata a quelli smaglianti del Rajahsthan e dell’Uttar Pradesh, sembra dipingano di un moderata tranquillità anche i dati economici. "In un momento congiunturale come quello che stiamo vivendo - dichiara Niccolò Ricci, ceo della maison - manteniamo una fiducia che si basa su un andamento generale in sostanziale allineamento con lo scorso anno. Dopo aver chiuso il 2024 a 233 milioni di euro, le vendite dei negozi diretti registrano un incremento del 3%, nonostante una flessione del 3% del fatturato totale, al netto di un importante progetto di interior che aveva influito sul precedente esercizio". La società comunque continua a investire: dopo l’apertura della boutique di Houston a dicembre scorso, nel prossimo settembre ne verranno inaugurate altre due: una sempre negli Stati Uniti, a Washington, e un’altra a Ho Chi Min City, in Vietnam, centro nevralgico per nuove espansioni nel Sud Est asiatico, ora considerato la terra del Santo Graal dai brand di lusso.
"Ma tutto questo non sarebbe possibile se non salvaguardassimo la spina dorsale del nostro marchio" prosegue Ricci. Si è quindi completato il trasferimento dello sviluppo produttivo dalla storica sede in via dei Niccoli a Firenze ai 4400 metri quadri nell’area aeroportuale, e ai 1200 metri quadri dello stabilimento di Caldine, per l’appunto. Qui lavorano 45 sarti che affinano l’arte del ’su misura’ e che cuciono materiali pregiatissimi come seta, pelli preziose, cashmere e lane lievi come un abbraccio.
In futuro? Le nuove aperture di spazi vendita ad Almaty, in Kazakistan, e a Roma, in aggiunta alla nuova location di Porto Cervo, la ’rivisitazione’ degli arredi nei negozi cinesi, portando così il brand a 82 boutique monomarca nel mondo. E poiché la cultura oggi ha bisogno della moda (e viceversa), Stefano Ricci ha siglato un accordo di mecenatismo con le Gallerie degli Uffizi come sponsor per smantellare la gru che deturpava lo skyline di Firenze da oltre vent’anni. Inoltre, oltre ad aver incaricato il più grande autore di reportage di viaggio, il fotografo Steve McCurry per la campagna della collezione interamente scattata in India, il marchio ha raggiunto un accordo con il Centre for Wildlife Studies, legato alla sopravvivenza della tigre nell’habitat naturale del subcontinente. Perché se tutto il mondo è paese, tocca a chi può aiutare tutti i paesi del mondo.
La sfilata - tutta una sinfonia cromatica ripresa dalle città di Jaipur e Udaipur, terre di spezie, palazzi magnifici sedi di Maharajah – è il settimo capitolo di un viaggio esterico nelle atmosfere di luoghi magici e suggestivi: un tour di moda e di emozioni cui Stefano Ricci ha dato il nome ’SR Explorer’. Anche se ogni prodotto è confezionato, con comprensibile orgoglio, tutto in Italia.