I ’fantasmi’ ci costano 20 milioni E il sindaco preme sulla legge speciale

Sul tema degli affitti brevi Nardella chiama a raccolta i parlamentari fiorentini: venerdì l’incontro "E’ un problema globale che riguarda tutte le città d’arte, assurdo pensare che possa risolverlo da solo".

di Ilaria Ulivelli

Parte da un dato di fatto, il sindaco. Che la scelta di aumentare l’imposta di soggiorno "non ha ucciso il turismo". E’ un’evidenza che le nuove tariffe, in vigore dal primo d’aprile, non siano state un deterrente. Anzi. Rispetto allo scorso anno il ponte di Pasqua ha fatto registrare un aumento del 21,5% dei pernottamenti. Si annuncia un anno da record. E se da una parte si esulta, bene benissimo, soprattutto guardando agli anni neri del Covid. Dall’altra il tema dell’overtourism preoccupa, perché fa crescere costi di gestione della manutenzione della città e problemi di vario ordine, dalla sicurezza in poi. Anche al problema dell’abitare perché "le politiche abitative e quelle per il turismo sono sempre più collegate", sottolinea Nardella.

Perché la città raddoppia il numero delle presenze. E’ quello che è già successo, fatti due conti, in questo ponte festivo. L’incremento sul 2022 fa lievitare a circa 220mila il numero dei visitatori che hanno scelto Firenze rimannedo a dormire nelle strutture registrate come imprese almeno una notte in città, in base alle stime del Centro studi turistici.

Ai 220mila c’è da aggiungere quanti hanno peronottato in appartamenti e affittacamere che aziende non sono, ma vengono gestiti da cittadini che hanno deciso di investire nel core business di Firenze. Un numero in costante crescita, anche a giudicare dall’andamento del mercato immobiliare e buttando un occhio a portoni e campanelli, non solo del centro storico. Ma la conta non si esaurisce perché bisogna sommare anche il numero di chi a Firenze è venuto senza pernottare o dormendo fuori dai confini comunali. E in più quel circa 30% di persone non registrate dalla questura che non risulta da nessuna parte: ci sono, consumano, spendono, sporcano ma è come se non esistessero. Come ha messo in evidenza lo studio realizzato a Roma da Sociometrica dell’economista Antonio Preiti, sovrapponibile alla realtà fiorentina.

I fantasmi non solo non permettono di effettuare una E solo di imposta di soggiorno fanno perdere a Palazzo Vecchio un tesoretto da circa 20 milioni l’anno.

Come si interviene per recuperare quel 30% di turisti non calcolati? Il sindaco, riflettendo sulle città d’arte pensa al turismo mordi e fuggi e alla locazione breve: "È un fenomeno globale. L’idea che un sindaco possa risolverlo da solo è un’assurdità. Per questo chiediamo un intervento e uno strumento nazionale o europeo". Proprio su questo tema scarta l’idea del numero chiuso, bocciato anche dalla ministra del Turismo Daniela Santanché, ma è pronto a chiamare a raccolta i parlamentari toscani. Lo farà venerdì. "Avremo un incontro sulla nostra proposta di legge" che contempla anche la questione degli affitti turistici brevi "che oggi sono lasciati all’anarchia totale". In questi giorni, inoltre, "mi sono sentito con il sindaco di Bologna, Lepore, quello di Lecce, Salvemini, la sindaca di Assisi, Proietti. Siamo tutti preoccupati perché il fenomeno e il problema dei flussi vale per tutte le città d’arte".

Per riuscire a scattare una fotografia abbastanza reale dei turisti che giornalmente gravitano nel centro storico il Comune va avanti con il progetto Firenze Smart. "Vorremmo lanciare" lo strumento "entro quest’anno", dice. Si tratta di una piattaforma a cui il turista di passaggio potrebbe agganciarsi una volta varcati i confini dell’area Unesco, questo ne consentirà il tracciamento. Come? "Apparirà un pop-up sul cellulare. Un messaggio" sulle potenzialità dell’applicativo, che una volta accettato, aprirà al visitatore una finestra su diversi servizi, compreso una connessione wi-fi potenziata, spiega il sindaco. Che precisa: "Sarà tutto fatto su base volontaria", non ci sarà nessun obbligo".

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