"I circoli rischiano la fine Negato pure l’asporto"

Ieri la protesta dei gestori e la solidarietà del sindaco dopo la disposizione del ’decreto ristoro’

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Sono una ventina, fra Arci, Acli, Mcl e altre sigle: tutti chiusi. A Lastra a Signa, la norma del Dpcm nazionale che impone lo stop ai circoli è stata applicata in modo rigoroso, e la preoccupazione è altissima. Ieri, alcuni gestori e responsabili si sono ritrovati per protestare. "Dopo lo stop alle 18 – spiega il presidente dell’Arci di Tripetetolo, Franco Bini – avevamo organizzato vari servizi, come il pranzo o l’asporto, che ci avrebbero aiutato a pagare le spese. Con la chiusura totale rischiamo di non riaprire mai più". "Perché i circoli chiusi e i bar normali aperti?", aggiungono il vicepresidente Sergio Nannucci, insieme al segretario Graziano Brogelli e ad Enzo Megli, consigliere e volontario –. Siamo penalizzati noi che facciamo un servizio sociale. Rischiamo di non poter pagare i dipendenti". "Abbiamo aperto a settembre 2019 – continua Giulia Rizzo delle Cascin di Peppo, il ristorante e spazio bambini del circolo Le Cascine – e non avendo un fatturato alle spalle non abbiamo diritto neppure agli aiuti. Ci eravamo adattati a fare pranzi e merende, ma hanno bloccato anche quelli". "Abbiamo riaperto il 18 maggio e da allora siamo andati avanti con incassi al 50% – spiega Anna Fabbrucci del bar delle Cascine – ora la chiusura ci mette in grave crisi. Siamo privati, in affitto e con spese varie ogni mese: ormai abbiamo finito anche le risorse personali". "Stiamo cercando di sostenere i gestori dei nostri spazi – dice Angiolino Pennella, consigliere delle Cascine – ma la chiusura totale ci mette in difficoltà". "Avevamo attrezzato uno spazio in giardino – racconta Rosalba Villani, del circolo Arci L’incontro – ma siamo stati costretti a chiudere il bar, mentre altri sono aperti". All’appello si sono uniti il sindaco Angela Bagni a il vicesindaco Leonardo Cappellini. "Da mesi i circoli sono in sofferenza – dicono – e adesso, con la circolare del ministero, si aggiunge la beffa: il ’decreto ristoro’ esclude chi si regge solo sul volontariato. Chiediamo un ripensamento nazionale: si salvaguardino queste realtà".

Lisa Ciardi

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