REDAZIONE FIRENZE

I brasiliani acquisiscono un’eccellenza del Mugello: obiettivo il mercato americano

L’azienda informatica Temera era nata con 14 dipendenti ora ne conta un centinaio

E’ uno dei fiori all’occhiello del Mugello che produce, Temera, l’azienda informatica nata in Mugello, poi trasferitasi a Firenze e poi tornata a Pianvallico, in spazi più grandi. Una crescita impressionante, dai 14 dipendenti del 2015 agli oltre cento di oggi. Con un fatturato sempre crescente, dai 3 milioni e mezzo del 2015 ai quasi 20 milioni di adesso. Logico che la sua produzione innovativa – Temera fa chip per l’alta moda utilizzati per il tracciamento dei capi, per l’anticontraffazione e la gestione del campionario – abbia suscitato attenzione in investitori e aziende multinazionali.

Già numerosi i marchi della moda italiana ed europea che lavorano con Temera, che è caratterizzata da un management fatto nella quasi totalità da giovani. Così se nel 2020 il 48% di quote erano state acquisite dall’italiana Lab ID, adesso il gruppo brasiliano Beontag, che già controllava Lab Id ha ottenuto la totalità delle quote di Temera. Beontag è emanazione di BTG Pactual, una importante banca d’investimenti del Brasile che sta ampliando la propria presenza in Europa. In Italia con Temera, ma anche in Francia, Svezia e Finlandia, con l’obiettivo di creare un polo mondiale dell’identificazione automatica. Quando c’è chi acquista, il timore è quello di successive delocalizzazioni. Il fondatore e amministratore unico di Temera Arcangelo D’Onofrio lo esclude: "Siamo stati particolarmente attenti a selezionare il partner. E nel gruppo questa parte del lavoro, ovvero il software, lo facciamo soltanto noi. Abbiamo qui in Mugello l’elemento creativo che non può essere sostituito, un trasferimento sarebbe una cosa ben poco praticabile. Se entri in un gruppo dove già si fa il tuo stesso lavoro, possono esservi rischi. Beontag invece fa l’hardware, le etichette, il chip, noi il software, e questo ci dà un posizionamento strategico e una massa critica. Del resto in Europa siamo già leader con l’85% dei brand della moda che lavorano con noi. Ora c’era necessità di espandersi in altri continenti". L’acquisizione di Temera, secondo D’Onofrio è così un trampolino di lancio, direzione oltreoceano: "Vogliamo far leva sui loro uffici per entrare in modo efficace nei mercati americani. Ma il cuore strategico deve rimaner qui". E non a caso tutto il managment team di Temera è stato confermato.

Paolo Guidotti