GIULIO ARONICA
Cronaca

Haley Mellin: Art into Acres al Museo Novecento

"Siamo Natura" è il titolo della mostra dell'artista e attivista ambientale americana, premiata stamani con il Colibrì d'Onore dalla presidente di "Save the Planet" Elena Stoppioni. L'esposizione curata da Sergio Risaliti e Stefania Rispoli è visitabile fino al 29 ottobre e domani sarà ad ingresso gratuito per la festa di San Giovanni.

Haley Mellin

Haley Mellin

Firenze, 23 giugno 2025 – "L'emozione più forte è stata scoprire che non erano fotografie". Era il 2022 quando Sergio Risaliti ammirava per la prima volta le opere dell'artista e attivista americana Haley Mellin: immagini di foreste equatoriali inaccessibili e inospitali, dipinte con dettagliata lentezza ed estrema sensibilità. Perché la pittura è osservazione, ascolto, studio, in attesa che la natura riveli una storia, una testimonianza, un'eredità. Da allora, l'obiettivo condiviso dal direttore del Museo Novecento con Stefania Rispoli e l'assessore alla cultura Giovanni Bettarini è stato quello di riportare l'artista in città: già, perché come ama ripetere anche oggi mentre riceve il Colibrì d'Onore dalle mani della presidente di "Save the Planet" Elena Stoppioni, non è una prima volta per lei a Firenze, dove ha studiato teoria critica, storia dell'arte, disegno e pittura con Rose Shakinovsky e Claire Gavronsky, diventando voce autorevole del movimento ambientalista per la protezione permanente dei paesaggi naturali. 

"Siamo natura" è una mostra da vedere e portare dentro di noi, l'incontro unico e straordinario tra arte contemporanea e attivismo ambientale, natura e politica, vissuta nella direzione più ampia e nobile dell'impegno quotidiano, persistente e sincero sul campo in difesa di un futuro sostenibile, costruito su innovativi paradigmi sociali ed economici e rinnovate forme espressive. Come testimonia il progetto "Art into Acres" - per la prima volta presentato al pubblico in un contesto museale attraverso video ed interviste - l'iniziativa che dal 2017 ha mobilitato decine di collezionisti, gallerie, musei, ambientalisti, amministratori e comunità locali per salvaguardare oltre trenta milioni di ettari di foreste primarie.

Il corpus dell'esposizione è una selezione di pitture e disegni nati lavorando stagionalmente in studi all'aperto nel cuore delle foreste e realizzati su piccola scala, in modo da poter essere trasportati facilmente in uno zaino; lo stesso soggetto viene raccontato da prospettive e livelli di dettaglio differenti, invitando lo spettatore ad aprire lo sguardo alla meraviglia dell'ignoto e dello spaesamento. Nei dipinti, utilizza principalmente la gouache, il carbone vegetale, l'acquerello e perfino il caffè, diluendo i colori nell'acqua per trasmettere l'atmosfera vivente e l'umidità dei luoghi in cui si trova. Il percorso include anche alcune tele di grandi dimensioni, intense e drammatiche nella loro rappresentazione della natura violata, e diversi sketch book, diari visivi che documentano il processo creativo dall'astrazione generale alla figurazione particolare.

Ma anche le scelte logistiche e di produzione sono finalizzate alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, ottimizzando i viaggi transatlantici, optando per casse riutilizzabili e materiali ecologici negli imballaggi ed utilizzando carta riciclabile e da parati riverniciabile per il materiale di comunicazione. Parallelamente, Mellin partecipa ai programmi di educazione alla sostenibilità e riduzione di emissioni di carbonio sviluppati dal Museo, come la rigenerazione del Giardino delle Leopoldine: da domani il chiostro storico si arricchisce di uno spazio verde e rinfrescante, con trecento esemplari di piante autoctone legate storicamente e culturalmente al paesaggio toscano, in sintonia con l'assetto originario e gli usi del giardino.