ROSSELLA CONTE
Cronaca

Guerra agli affitti brevi Ma i gestori son pronti ad andare in tribunale "Stop incostituzionale"

Myguestfriend, l’associazione degli host fiorentini, risponde al Comune e spara ad alzo zero: "Uso spregiudicato di leggi che può minare il tessuto democratico. Ma non saremo noi le vittime sacrificali".

Guerra agli affitti brevi Ma i gestori son pronti ad andare in tribunale "Stop incostituzionale"

di Rossella Conte

Si sono rivolti ai propri avvocati e stanno valutando la possibilità di procedere per vie legali contro lo stop imposto dal sindaco all’apertura di nuove locazioni brevi. "Saranno loro a valutare la costituzionalità o meno di una decisione del genere che non farà altro che danneggiare delle famiglie senza risolvere il problema" sottolinea Luca Panattoni, uno dei portavoce di Myguestfriend, l’associazione degli host fiorentini che esprime la sua profonda indignazione "in merito all’iniziativa "ardita" del sindaco Nardella per stabilire dei limiti all’apertura di "locazioni brevi" all’interno dell’area Unesco di Firenze" scrivono in una nota. "Prima ancora del merito del provvedimento, per ora ancora in fase di studio in quanto privo di delibera conseguente e che verrà a suo tempo analizzato sotto tutti i suoi profili, colpisce il tempismo col quale si cerca di forzare la mano ad un quadro giuridico che non prevede per un Comune poteri di intervento in tema di locazioni di proprietà private, proprio mentre il Ministero del Turismo sta lavorando ad un testo normativo sullo stesso tema" aggiunge Panattoni. Per l’associazione di host fiorentini, "con grande sfrontatezza si cerca di addossare ai cittadini fiorentini la colpa dei guasti causati da decenni di politica miope che ha svuotato il centro storico di funzioni (tribunali, università, banche) senza prevedere sostituzioni al vuoto creato, che ha favorito la crescita della grande distribuzione organizzata in periferia a scapito dei piccoli negozi di vicinato, che ’gestisce’ centinaia di alloggi popolari inagibili per mancata manutenzione, che si compiace di svariati ’studentati’ farlocchi senza provvedere ad aumentare significativamente quelli veri, che non riesce a contenere la movida molesta e a migliorare una sicurezza precaria né a pensare a servizi che rendano il centro cittadino più attrattivo delle periferie".

Poi l’associazione va giù duro: "Un Comune che tollera una gestione della giustizia le cui procedure per rientrare legittimamente in possesso di un immobile durano anni durante i quali un proprietario è obbligato a pagare tasse su ricavi inesistenti, Imu, utenze e spese condominiali. Siamo solidali con chi ha problemi abitativi per motivi di studio o altro, ma non vogliamo essere noi host di Firenze le vittime sacrificali per costruire nuovi equilibri politici locali e lanciamo un grido di allarme contro l’uso spregiudicato di leggi e norme che può minare il tessuto democratico". Quindi gli host fiorentini mettono in chiaro: "Valuteremo i modi più opportuni per opporci a questo tentativo".

Ma l’associazione ha fatto di più. Ha preparato un accurato studio "che dimostra come la fuga dei fiorentini dal centro sia cominciata molto prima dell’avvento degli airbnb": secondo i censimenti Istat, dal 1981 al 2001 il centro storico ha perso più di 16mila residenti (pari al -19%), ovvero circa 800 all’anno. Tra l’altro riguardò tutta la città di Firenze che in quei 20 anni perse 92mila abitanti. Stando ai dati dell’Ufficio anagrafe del Comune di Firenze, invece, nel decennio dal 2000 al 2010, quindi prima del diffondersi delle locazioni turistiche, il saldo dei residenti nel quartiere 1 è stato di -2.474, ovvero -247anno. Dal 2010 al 2020, con l’avvento delle locazioni turistiche, il saldo è stato -1.825 residenti, ovvero -182anno. "Speriamo che questi dati mettano fine a tante polemiche sterili ed inconcludenti che non fanno comprendere il vero problema. Il fenomeno dello spopolamento è in gran parte dovuto alla mancanza di servizi – conclude Panattoni -, ad una rete viaria inadeguata, all’impossibilità di trovare parcheggi se non a prezzi elevatissimi, all’assenza di parchi pubblici dove poter far giocare i figli, all’insufficiente numero di supermercati e via dicendo".