Gli altri del Forteto: "Danneggiati anche noi"

Azioni civili e alla corte europea dei ’dimenticati’ dalle sentenze a carico di Fiesoli. Chiedono risarcimenti fino a due milioni di euro

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Firenze, 30 giugno 2021 - Ci sono altre vittime del Forteto, quelle che non hanno avuto un riconoscimento nelle sentenze di condanna al profeta Rodolfo Fiesoli e ai suoi fedelissimi, perché non hanno mai ufficialmente avviato un’azione contro la ’setta’.

Adesso, però, queste vittime dimenticate - 21 persone tra ex minori, loro genitori, o maggiorenni transitati dalla comunità di Vicchio -, chiedono anche loro giustizia.

Assistite dagli avvocati Giovanni Marchese, Giovanni Giorgetti e Marco Antonio Vallini, hanno presentato due tipi di risarcimenti. In Italia e in Europa.

In cinque, hanno intentato una causa civile dinanzi al tribunale di Genova (competente per le azioni in cui sono ipotizzabili responsabilità di magistrati) contro la Presidenza del Consiglio dei ministri, i Comuni di Dicomano e di Vicchio (e anche quelli di Santa Maria a Monte e Castelfranco di Sotto, in cui erano residenti, all’epoca, alcune di queste vittime) e la Asl Toscana Centro, enti da cui sarebbero dipesi gli assistenti sociali coinvolti negli affidi alla comunità-setta del Mugello. Altre posizioni, non più in tempo a compiere azioni giudiziarie in Italia, hanno invece deciso di presentare ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo. Il primo step è passato: i ricorsi, infatti, non sono stati dichiarati inammissibili.

Per ogni caso sono stati richiesti danni fino a 2 milioni di euro. Le storie individuali, sono diverse ma simili. Tanti, all’epoca, non hanno mai denunciato per la paura di non essere creduti, di subire ripercussioni dentro la comunità, o anche di finire in carcere, come del resto è accaduto ad alcuni genitori: condannati per violenze che in realtà non sono mai esistite. Per questo, sono stati riabilitati e verrà avviata un’altra causa per la riparazione dell’errore giudiziario. Non solo. "Per la prima volta - ha spiegato l’avvocato Marchese - sono state effettuate delle perizie sulle vittime del Forteto, da cui sono emersi danni gravissimi, permanenti e irreversibili".

I processi alla "setta" si sono conclusi con la condanna di Fiesoli a 14 anni e 10 mesi, pena che il fondatore della comunità sta scontando nel carcere di Padova, dove si costituì la sera stessa della pronuncia della Cassazione.

Ci sono state due commissioni regionali d’inchiesta, ed una in Parlamento, ancora in corso, sul perché il tribunale dei minori abbia affidato, per anni, bambini in situazione difficili alla realtà che Fiesoli aveva fondato alla fine degli anni ’70. E nonostante un precedente per abusi su un minore, che nel 1978 gli costò l’arresto.

Nel dicembre del 2011, dopo che alcuni ospiti si erano rivolti ai carabinieri, finì di nuovo in manette. E da lì, il Forteto divenne un caso nazionale.

 

 

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