Gkn, per gli operai festa a nervi tesi Giani: "Ci metto la faccia come voi"

Sollecitato durante la celebrazione della Liberazione il presidente della Regione si fa carico della vertenza

di Barbara Berti

"Io sto con i lavoratori, la Toscana sta con i lavoratori". Parola del governatore Eugenio Giani che, il giorno dopo l’irruzione degli operai a palazzo Sacrati Strozzi, fa chiarezza sulla posizione della Regione in merito alla vertenza Gkn. Un messaggio forte e deciso dopo "le incredibili ambiguità e le manovre" - denunciate pubblicamente dai delegati Rsu e dalla Fiom - che ci sarebbero state all’incontro di lunedì scorso per l’avvio della fase amministrativa relativa alla procedura di licenziamento collettivo. Un atteggiamento che non era piaciuto alle tute blu - in presidio permanente dallo scorso 9 luglio - tanto da spingerle a irrompere a Palazzo Sacrati Strozzi in piazza Duomo per avere un confronto con il consigliere regionale per il lavoro e le crisi aziendali, Valerio Fabiani, che era presente al tavolo tecnico. "Cercherò di essere più presente al presidio. Non è giusto che ci mettiate la faccia e la fedina penale solo voi" dice il governatore agli operai durante il confronto di ieri mattina in fabbrica, subito dopo la cerimonia dell’anniversario della Liberazione di Campi. Durante la manifestazione ufficiale, dal palco, il delegato Rsu Matteo Moretti aveva tuonato: "Le parole, gli attestati di solidarietà, che comunque sono stati e sono importanti, adesso devono lasciare il posto ai fatti concreti. Vi siete espressi in maniera unitaria fino a oggi ma con l’inizio di settembre abbiamo notato che qualcuno ha iniziato a sfilarsi. Qui davanti a me vedo tanti sindaci (arrivati in massa da tutta la Città metropolitana, ndr), vedo la Regione, vedo tanti rappresentanti delle istituzioni e noi non vogliamo distinguere fra chi è della nostra parte o meno perché avremmo soltanto da rimetterci. Ma non vedo nessuno del Ministero, non vedo nessuno del Governo, eppure siete tutti dello stesso partito".

Al termine della cerimonia della "Liberazione di lotta" come sottolineato dal sindaco di Campi Emiliano Fossi e dal rappresentante dell’Anpi di Campi Fulvio Conti, il chiarimento tra le parti. "Loro (la proprietà, ndr) pensano di alterare la compattezza che c’è tra istituzioni e lavoratori per cui noi dobbiamo avere un dialogo costante. Se ci sono incertezze, se qualcuno cerca di creare disorientamento, noi rimaniamo uniti" continua Giani con un "noi" a sottolineare la vicinanza dell’istituzione da lui rappresentata. Il governatore, specificando che le istituzioni sono "al servizio dei lavoratori" prende in mano la situazione. "Colpa mia aver delegato, da ora in avanti seguirò io direttamente la vertenza e ogni passo che faremo lo concorderemo insieme". Se al tavolo di lunedì scorso l’azienda aveva provato a dividere il fronte - anche mettendo il logo della Regione sulle slide per presentare la sua proposta - ecco che lavoratori e istituzioni sono ancora più uniti. "Farò una diffida a usare il nostro logo" tuona Giani che s’impegna anche ad avere un atteggiamento più determinato nei confronti delle istituzioni romane per portare in Parlamento il decreto anti delocalizzazioni. Poi ribadisce: "la trattativa deve ripartire dalla revoca dei licenziamenti".

"Il ritiro dei licenziamenti deve essere sostanziale: con la cassa integrazione per cessazione si ha solo un ritiro tecnico, posticipato di 12 mesi in attesa di un compratore", ribadisce a Giani il delegato Rsu Dario Salvetti. Quindi, sì all’eventuale cassa integrazione per Covid, no a quella per cessazione. "Perché tutte le volte che si è atteso un compratore questo non è mai arrivato, vedi ex Electrolux e Bekaert" aggiunge. Inoltre con il ritiro ‘vero’ dei licenziamenti "Melrose resta attaccata a questo stabilimento perché la prima sanzione che deve sostenere è continuare a pagarci gli stipendi", conclude Salvetti.

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