
Valerio Pianigiani, sindaco di Figline Incisa, alle prese con un passaggio delicato
Tutto tace, almeno formalmente, nel palazzo comunale. Perché se l’amministrazione Pianigiani si è ritirata in un silenzio e non risponde neanche ai giornalisti che chiedono informazioni su scuole e Taric, fuori dalle porte del potere, di voci ce ne sono tante, insistenti e che – se reali – avrebbero del clamoroso.
Si parla ovviamente della crisi di maggioranza che dura ormai da due mesi, scoppiata a fine marzo a causa di una richiesta di variazione di bilancio per esternalizzare il servizio di comunicazione istituzionale. Cinquantamila euro non votati né dall’opposizione né dal Psi, i cui consiglieri sono usciti dall’aula prima di commissione e poi di consiglio per far cadere il numero legale. Uno smacco pagato a sue spese dall’assessore Fabio Gabbrielli, in quota socialista: si è visto ritirare le deleghe, riprese in mano dal sindaco Valerio Pianigiani. Il quale si è ripreso anche quelle della Pd Silvia Fossati, dimessasi facendo capire di lasciare il posto da vicesindaco in cambio di una ricucitura della crisi con i socialisti. Non è successo ed è stato elevato a vice Dario Picchioni, promozione passata in silenzio e ufficializzata solo dopo essere stata "scoperta" dai consiglieri di opposizione.
Quella comunicazione che doveva essere rafforzata esternalizzandola, nel frattempo è stata di fatto azzerata, col mutismo della giunta.
Ma per le vie di Figline e Incisa, di parole ne vengono dette tante e c’è chi parla addirittura di un azzeramento totale: a 8 mesi dall’inizio del mandato, Pianigiani sarebbe pronto a ripartire da zero. Le voci di paese sono state raccolte dal consigliere di opposizione Silvio Pittori. "Il sindaco avrebbe già tolto le deleghe a Arianna Guarnieri, Federico Cecoro e addirittura al neo vicesindaco Picchioni" annuncia il capogruppo di Alleanza Civica. Che fa anche il totonomi di chi potrebbe entrare nella giunta Pianigiani-bis: ci sarebbe Francesca Farini, già assessore nella scorsa consiliatura e attuale capogruppo Pd. Ci sarebbe Umberto Ciucchi, Psi, anche se finora ha sempre detto che la soluzione della crisi con i Dem non era una questione di poltrone. Per gli altri due nomi, annuncia Pittori "uno è di Incisa, l’altro scende dalle colline". Questione di ore per conoscere la verità? Si spera, dopo due mesi di silenzio.