Giallo delle valigie, i vicini: "Sporco in terra e puzza terribile Ma niente rumori da quella casa"

Il delitto viene collocato la sera del primo novembre del 2015. Imputata l’ex ’nuora’ delle vittime, Elona

Sporco, puzza ma nessun rumore dall’appartamento di via Fontana, dove sarebbe avvenuto il duplice omicidio di Shpetim e Teuta Pasho, i coniugi albanesi i cui resti sono stati ritrovati in alcuni trolley abbandonati in un campo tra la superstrada e il carcere di Solliciano. Il ritrovamento dei corpi, fatti a pezzi, è avvenuto a cinque anni dalla loro scomparsa: gli ultimi contatti in vita dei Pasho, risalgono infatti all’1 novembre del 2015.

Ieri, al processo, in corso all’aula bunker, che vede alla sbarra come unica imputata Elona Kalesha, all’epoca dei fatti fidanzata del figlio della coppia, Taulant, sono proseguite le testimonianze dei vicini dell’appartamento di San Iacopino in cui, secondo l’accusa, sostenuta dal pm Ornella Galeotti, sarebbe avvenuto l’omicidio della coppia.

Confermati i ricordi di un odore insopportabile di marcio, tracce di una sostanza scura, appiccicosa, presente all’inizio della settimana (l’1 novembre 2015 era domenica) nel disimpegno dinanzi ai tre portoncini degli alloggi ricavati da un frazionamento. Uno di questi era stato preso per un affitto breve dalla Kalesha, che in quel periodo aveva anche interrotto una gravidanza.

Resta però il dubbio di come nessuno, tra i vicini e nel resto del condominio, abbia sentito rumori o comunque niente di anomalo provenire dall’alloggio che sarebbe il teatro di una vera e propria mattanza.

Un paio di trolley "zuppi e macchiati", che avrebbero imbrattato il disimpegno e il resto dell’androne del condominio, sarebbero stati notati in prossimità dei cassonetti. Ma su questo punto, i ricordi dei testimoni sono apparsi piuttosto sbiaditi. Il processo va avanti spedito: la prossima udienza è in programma il 17 maggio.

stefano brogioni

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