ROSSELLA CONTE
Cronaca

Furti e usura, allarme degli imprenditori "La delinquenza cresce ancora"

Dal racket alle rapine, dal decoro ferito all’abusivismo: aumenta la percezione di insicurezza in città. L’analisi di Confcommercio: "Un tempo la Toscana era un’isola felice, oggi purtroppo non è più così"

di Rossella Conte

Quasi due imprenditori del terziario su dieci (16,2%) a Firenze ritengono che la criminalità e i fenomeni illegali siano in aumento, soprattutto usura e racket. Una percentuale più alta della media nazionale, ferma all’11,8%, che mette in risalto come la percezione di sicurezza sia in netto peggioramento nelle città più grandi, che, come Firenze, hanno oltre 250mila abitanti.

Non va meglio sul fronte della qualità della vita, in calo per un imprenditore su quattro, e su quello del decoro urbano, peggiorato nell’ultimo biennio per circa un imprenditore su due. È quanto emerge dall’indagine sull’impatto della criminalità per le imprese del terziario, realizzata in collaborazione con Format Research, diffusa da Confcommercio nell’ambito della Giornata "Legalità, ci piace!". "A livello nazionale sono almeno 30mila le imprese di commercio, ristorazione e ricettività ad elevato rischio usura. E se un tempo potevamo considerare la Toscana un’isola felice, oggi purtroppo non è più così", sottolinea il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano. "L’illegalità ha un costo pesantissimo, non solo per l’intera società civile, ma anche per l’economia - aggiunge il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni - solo alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi sottrae quasi 31 miliardi di euro a livello nazionale, mettendo a rischio circa 200mila posti di lavoro. Tra le voci di maggiore impatto ci sono contraffazione e abusivismo. Proprio di questo abbiamo parlato nel nostro recente incontro con il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, il generale Fabrizio Nieddu". Dall’indagine emerge che le imprese del terziario che percepiscono un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2021 sono il 16,2%, valore più elevato rispetto alla media nazionale pari all’11,8%. L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior crescita dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 30%), un dato superiore alla media nazionale che è pari al 27%.

ll racket è in crescita per il 21,4% delle imprese, dato in linea con quello nazionale del 21%. L’ 11,6% degli imprenditori ha avuto notizia diretta di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di propria attività, valore simile a quello nazionale pari all’11%.

Il 22% degli imprenditori è molto preoccupato per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket, valore superiore rispetto alla media nazionale del 17,7%. Un quarto delle imprese delle grandi città ritiene che nell’ultimo biennio la qualità della vita sia peggiorata, la media nazionale è del 19,9%.

Ma è soprattutto il degrado urbano a preoccupare: il 52% delle imprese considera degradata la periferia, mentre il centro storico è considerato degradato dal 39,7% di queste. Il 70% delle imprese ha riscontrato fenomeni di degrado della zona in cui opera (il dato nazionale è pari al 64,9%).

Secondo le stime dell’Ufficio Studi della Confcommercio, la criminalità crea una perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto pari al 6,3%. In dettaglio, l’abusivismo commerciale costa 8,7 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 4,8 miliardi, la contraffazione per 4,1 miliardi, il taccheggio per 4,3 miliardi.

Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 2,8 miliardi.