
Il feretro e, nel riquadro, il ragazzo
Campi Bisenzio (Firenze), 29 settembre 2015 - «Alessio era un ragazzo pieno di voglia di vivere, la sua vita va vista come una danza davanti all’amore di Dio. Come Davide che danza davanti all’Arca dell’alleanza. Ora Alessio è affidato alle mani di Dio»: così don Bledy Xhuli, parroco di Santa Maria a Campi ha ricordato durante l’omelia Alessio Freschi, il maestro di ballo di 39 anni scomparso sabato per un linfoma. Ieri mattina la salma di Alessio è arrivata alle cappelle della Misericordia in via Saffi ed è stato un via vai di gente.
Il funerale prima annunciato per martedì è stato poi anticipato a ieri e la chiesa di Santa Maria nel pomeriggio era strapiena di gente: più di mille persone dentro e fuori per assistere al funerale di quest’uomo che era riuscito a fare della sua passione una professione, per la quale era molto apprezzato. Quasi impossibile entrare in chiesa e molta gente è rimasta in piazza e nelle strade adiacenti. Alessio era conosciuto da tutti sin dai tempi della scuola e delle domeniche pomeriggio di fine anni ottanta all’Happy Land e poi i mercati.
«Alessio – dice dopo il rito funebre don Bledy – aveva la mia età e non è facile celebrare questi funerali. Alessio era originario di Santa Maria, dove aveva frequentato il catechismo, ma non lo conoscevo come parrocchiano perché si era trasferito a Quarrata e io sono arrivato a gennaio. Ero stato informato della sua malattia, avevo incontrato lo zio, i genitori e abbiamo pregato. Lui era consapevole e ha lottato. Credo sia stato significativo il fatto che gli amici l’hanno accompagnato sempre a spalla, per ben due volte, come fosse l’ultima danza, una danza che Alessio ora continuerà in cielo».
Nessuno può spiegare i disegni divini e gli stessi amici più volte hanno detto che «dì là c’era bisogno di lui». Tanti i ricordi del giovane durante la messa come quello di Rosetta Bacci la sua catechista che ha visto generazioni di ragazze e ragazze passare attraverso l’oratorio di Santa Maria. Al funerale hanno partecipato anche numerose società sportive: la Lanciotto, il Porta Romana, il Calcio storico fiorentino. Alessio proveniva da una famiglia di commercianti del settore delle calzature e anche lui aveva lavorato come ambulante al mercato a Sesto, a Livorno. Poi era diventato istruttore di salsa e bachata alla Ritmoteque Dance School di Calenzano, una delle scuole di ballo più note della Piana. Distrutti chiaramente dal dolore i genitori, la compagna di Alessio, i parenti ma tutti consapevoli che «Alessio ha saputo donare se stesso», come ha detto anche don Bledy.
Serena Quercioli