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Fugge dopo l’ultima notte da incubo Lui si vendica col film porno in rete

Botte, calci, torture con lattine, forbici e coltelli: il drammatico racconto ai carabinieri di una 23enne. Un rapporto sentimentale agghiacciante, eppure durato due anni. Arresto dell’Arma su ordine del giudice

Giovani entrambi, ventitré anni. Protagonisti d’una storia sentimentale che è eufemistico definire travagliata. Un rapporto di coppia con "ruoli" drammaticamente diversi: aguzzino vero o presunto lui, vittima lei, annichilita, sopraffatta, umiliata da un paio di anni di angherie, soprusi, pugni, calci, schiaffi e morsi. "In alcuni casi vere torture con l’uso di lattine, forbici o coltelli". Due anni di bugie, anche,raccontate a genitori, medici, amici e per coprire i segni delle violenze; in qualche maniera ‘proteggere e giustificare’ il "compagno" che spesso dopo i trattamenti riservati alla "sua" donna, le chiedeva scusa. Fino all’ultimo, anzi gli ultimi episodi subiti dalla ragazza. Ancora botte e un video di lei, nuda, girato tempo prima, inviato tramite un social a un loro conoscente. Si chiama revenge porn, o revenge pornography,letteralmente vendetta pornografica, anche se a volte un simile comportamento è stato tenuto per ‘condividere’ con gli amici momenti privati, il maschio che filma la donna, la vittima, spogliata.

Episodi gravissimi, ma che sono coincisi con la riscossa della ragazza. La sua liberazione. Ha infatti raccontato tutto ai carabinieri, un racconto-sfogo drammatico e agghiacciante, liberatorio, su cui il nucleo investigativo dell’Arma comandato dal colonnello Angelo Murgia ha indagato con priorità assoluta, riuscendo a raccogliere elementi di prova ‘forti’. In tutti i sensi. Elementi che hanno indotto il sostituto procuratore Giacomo Pestelli a chiedere al giudice Silvia Romeo una ordinanza di custodia per V.C., del ’98, per maltrattamenti in ambito familiare, violenza sessuale e – appunto – revenge porn nei confronti della compagna. Ora ex. Il 23enne è stato arrestato lo scorso venerdì.

Sera del 9-10 marzo. La coppia – è la narrazione thrilling della ragazza – non ha un domicilio fisso. Ospite in casa di amici, zona Campo di Marte, lei cucina e lui fuma e bere alcolici. Un attimo e dalla tranquillità (apparente) è il solito inferno. Sms sul cellulare della ragazza, lui si innervosisce e ha l’ennesimo scatto d’ira incontrollata: calci e pugni, ingiurie, minacce di morte. Lei subisce ancora, ma ha deciso, finalmente: sarà l’ultima volta. Tenta di scappare, la blocca, la ripicchia, la obbliga a un rapporto sessuale. E’ tardi, è quasi l’alba quando la giovane riesce a fuggire dalla casa, a chiedere aiuto, a denunciare. Partono le indagini sul rapporto malato. Il racconto di lei è dettagliato nella sua drammaticità. Rivela particolari sconvolgenti. Coordinati dal pm i carabinieri indagano e trovano riscontri che ritengono ampi ed effettivi a cominciare dall’aspetto medico-sanitario. Il racconto di lei insomma è valutato del tutto attendibile, valutazione condivisa in toto dall’autorità giudiziaria che emette l’ordine di arresto.

giovanni spano