di Paolo Guidotti
Ora per le frane che hanno colpito i privati, e in particolare le aziende agricole della Romagna e dell’Alto Mugello c’è anche un puntuale censimento. Lo ha stilato il Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale. E ieri è stato presentato all’Urban Center di Marradi dall’Unione Agricoltori di Firenze e da CIA Toscana Centro, presenti i sindaci Tommaso Triberti di Marradi e Giampaolo Buti di Firenzuola.
Le aziende agricole e zootecniche della zona toscana hanno subito 392 eventi franosi: oltre 2500 in totale nel Distretto montano della Romagna. La situazione è stata illustrata dal geologo Gabriele Minardi e dal Dirigente del Distretto Montano Rossano Montuschi del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale. Il 60% delle frane risulta per "scivolamento superficiale" e il 30% per detriti a seguito di crolli.
La prima stima dei costi di ripristino è prossima ai 190 milioni di euro, di cui quasi 20 milioni riguardano il territorio toscano. I tecnici non si sono limitati a fare una fotografia della drammatica situazione ma hanno indicato anche problemi e cose da fare.
"Visto che metà degli eventi franosi impatta sulla viabilità occorrono interventi volti al ripristino – spiega Montuschi – con particolare riferimento alle strade private, poderali, e alle strade vicinali ad un uso privato ed uso pubblico. Occorre ripristinare i dissesti in terreni e fabbricati agricoli, e intervenire sugli acquedotti rurali".
Montuschi evidenzia poi un’esigenza: "Le aziende agricole sono il primo presidio sul territorio. Non si può perdere tempo. Occorre che le risorse necessarie siano indirizzate direttamente alle aziende agricole, che gestiscano in proprio gli interventi da fare. Inoltre le aziende hanno bisogno di conoscere con chiarezza il da farsi entro breve".
Interviene poi Giacomo Matteucci dell’Unione Agricoltori: "Bisogna rivedere le regole, superando anche certe remore legate alla tutela dei nidi o delle nutrie, che spesso frenano la manutenzione dei fiumi. Se c’è l’uomo, le sue esigenze devono essere al primo posto". Mentre i sindaci Buti e Triberti hanno raccontato le difficoltà dei loro comuni, in assenza di una formale copertura finanziaria, per gli interventi di prima necessità e le problematiche relative alla "somma urgenza". Si è evidenziato anche, nell’incontro, come la differente competenza territoriale nello stesso bacino imbrifero, diviso in due regioni diverse, porti a inutili quanto inspiegabili difficoltà burocratiche e regole diverse.