PAOLO PELLEGRINI
Cronaca

Folaga rosolata o un bel cacciucco Da Puccini alla Callas, l’opera a tavola

Dal 15 al 17 settembre ad Artigianato & Palazzo conversazioni gustose sui grandi della lirica e la cucina

Folaga rosolata o un bel cacciucco Da Puccini alla Callas, l’opera a tavola

di Paolo Pellegrini

Già la mensa è preparata, canta il protagonista. E difatti si mangia fagiano e si beve "eccellente marzimino" in quell’incredibile intreccio di cibo e di sesso che è il “Don Giovanni” di Mozart-Da Ponte. Dove il Seduttore, per trescare con la sposina campagnola Zerbina, comanda al servo Leporello di allestire una festa in cui "abbiano cioccolatte, caffè, vini, presciutti", e poi non mancheranno le dolci malizie di sorbetti e confetti… Strano mondo, questo dell’opera, metafora del reale pur se "ogni dramma è un falso", ammonisce Lucio Dalla nella splendida “Caruso”: un mondo dove le eroine muoiono di tisi o ammazzate da amanti gelosi, dove tenori e baritoni si sfidano al clangore di ferri, ma pure dove – senza eccezioni, dal Barocco al Novecento – si mangia e si beve, si brinda e si banchetta.

Il catalogo è lungo, delle scene d’opera intrise di sughi e di buoni vini, e magari proveremo più tardi a ficcarci il naso. Ma intanto prepariamoci a un gustoso assaggio. Merito di Annamaria Tossani, giornalista di raffinato taglio gourmet, e del team che organizza “Artigianato & Palazzo” guidato da Sabina Corsini e Neri Torrigiani, la raffinata rassegna che fu creata da donna Giorgiana Corsini, e che il giardino del Palazzo Corsini continua a ospitare, quest’anno sarà l’edizione 29, dal 15 al 17 settembre. Nel programma, ogni giorno alle 18 nel Giardinetto delle Rose, le Ricette di Famiglia, lo spazio curato appunto da Annamaria Tossani. Che quest’anno ha per tema proprio “Cucina all’opera”: lo spunto sono i cento anni dalla nascita di Maria Callas, ma anche di Franco Zeffirelli. Se ne parlerà in tre incontri, introdotti da Mariangela Cianti Rinaldi.

Il primo con Rajna Kabaivanska, soprano bulgaro di fama planetaria, e “Una ricetta di Maria Callas” e il suo ricettario segreto (anche se non mancherà mai chi contesta le doti ai fornelli della Divina, attribuendo i piatti piuttosto ai cuochi amici).

Il secondo con Cecilia Gasdia, soprano di una celebre “Traviata” di Zeffirelli e oggi sovrintendente all’Arena di Verona, e “Una ricetta di Verdi”: la spalla cotta di San Secondo e gli anolini non mancavano mai nei pranzi della cuoca Ermelinda Verdi, e del resto appena una ventina di giorni prima di morire il Maestro si fece servire un pranzo ricco di prelibatezze e dei vini dalle sue vigne.

Il terzo, con Emilia Tufano mezzosoprano e Vito Priante baritono, e c’è sul piatto “Una ricetta di Giacomo Puccini”. Del quale è stata sempre nota la passione per auto, belle donne e buon cibo: cacciatore nel lago di Massaciuccoli di folaghe e pernici che serviva arrosto e fritte agli amici, fu sorpreso in un ristorante milanese a discutere con Mascagni se fosse meglio il cacciucco livornese o appunto la folaga rosolata alla lucchese…

Lirica e cibo, anche se, annuncia Tossani si parlerà pure di "situazione dei teatri lirici, successo delle produzioni italiane, rinnovato interesse dei giovani". Ma il tema è intrigante, ricordando Rossini, raffinato gourmet, quando diceva che "mangiare, amare, cantare e digerire sono i quattro atti di quell’opera comica che è la vita". Ricordando che La Traviata inizia con un banchetto (“Libiamo ne’ lieti calici”) come anche Rigoletto, Otello avvia in taverna con un brindisi come pure i Vespri Siciliani. Ma ancora durante un banchetto Macbeth subisce l’assalto lugubre dell’ombra di Banco, e Puccini fa ammazzare Scarpia per mano di Tosca durante "la mia povera cena" ("E intanto un sorso. E’ vin di Spagna…").

Ricordando la fame atavica ("un’aringa salata…") dei “quattro moschettieri” contrapposta alle leccornie dei venditori nella frenetica vigilia di Natale della Bohème pucciniana. O anche i "pasticcini pasticcetti salse intingoli pranzetti" del Gianni di Parigi di Donizetti, e il Belfagor di Respighi che per consolarsi da una delusione chiede al servo Alichino di farsi preparare un pranzo luculliano in cui ci sarà perfino “un cibrèo di fegatelli”. Madamina, il catalogo è questo. Sconfinatamente goloso.