"Firenze: Sara Funaro e le sfide della campagna elettorale comunale"

"Quando incontrerò Eike Schmidt gli regalerò una cartina di Firenze". Questa ’punzecchiatura’, tutto sommato innocua, è l’unica concessione allo scontro...

Sara Funaro

"Quando incontrerò Eike Schmidt gli regalerò una cartina di Firenze".

Questa ’punzecchiatura’, tutto sommato innocua, è l’unica concessione allo scontro politico che Sara Funaro, assessore al welfare dell’uscente giunta Nardella (di cui è una fedelissima della prima ora) ha finora concesso alla platea elettorale.

E difficilmente, da qui al voto comunale di giugno, i fiorentini la vedranno sbucare di nuovo fuori dai perimetri isituzionali di una campagna elettorale che la donna scelta dai dem – o imposta dall’alto, cioè senza primarie, ad ascoltare i suoi detrattori, prima fra tutte l’ex assessore all’urbanistica Cecilia Del Re defenestrata dal sindaco per essersi detta favorevole al passaggio della tramvia dal Duomo – sta conducendo sottovoce.

Alle provocazioni della destra – in verità assai meno roboanti di quelle di Matteo Renzi fuori dalla coalizione di centrosinistra e in corsa solitaria con la vicepresidente della Regione Stefania Saccardi – non risponde praticamente mai.

Casa e sicurezza le priorità del programma di Sara Funaro, nipote del sindaco Piero Bargellini che nel novembre del 1966 si inzuppò i pantaloni per giorni nell’acqua limacciosa dell’Arno uscito dal suo letto, ma anche, e soprattutto, la socialità di una città che oggettivamente la sta smarrendo sotto le ruote di milioni di trolley trascinati da quei turisti a cui Firenze ha freneticamente venduto tutto il vendibile.

Funaro, che vuole una città ’al plurale’, ha già annunciato che qualora dovesse essere eletta darà via a un piano per realizzare tremila alloggi popolari in cinque anni. Sulla sicurezza ancora manca un progetto nero su bianco ma la scelta della sede del comitato elettorale, nella zona di Porta al Prato e proprio di fronte al parco delle Cascine, fucina di ogni genere di guai – dallo spaccio alle violenze, alle spaccate – è stata motivata con la volontà di presidiare la fetta di città più malconcia. Funaro – oltre che ovviamente dai dem, è sostenuta anche da Sinistra Italiana, +Europa, Azione, Verdi, laburisti e Volt – ma l’assenza della stampella di Italia Viva, che a Firenze ha ancora un peso specifico non indifferente, e un’intesa con i 5 Stelle che stenta a decollare rendono ad oggi il ballottaggio lo scenario più probabile.

Emanuele Baldi

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