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Figline e Incisa, parte la caccia all’accordo. Buoncompagni e Arcamone i più ambiti

Dopo il primo turno inconcludente, Figline e Incisa Valdarno si preparano al ballottaggio tra Pianigiani e Pittori. Buoncompagni potrebbe essere il "kingmaker". Arcamone potrebbe influenzare l'esito. Incertezza e strategie in vista delle elezioni.

Figline e Incisa, parte la caccia all’accordo. Buoncompagni e Arcamone i più ambiti

Non è bastato il primo turno per eleggere il nuovo sindaco di Figline e Incisa Valdarno: si torna alle urne domenica e lunedì prossimi. Sulla scheda, gli elettori troveranno i nomi di Valerio Pianigiani e Silvio Pittori, uno scontro diretto tra coalizione di centrosinistra e coalizione di centrodestra. È un déjà-vu: 5 anni fa, l’allora sindaco uscente Giulia Mugnai (Pd) si scontrò al secondo turno contro lo stesso Pittori. Partivano da 34,4% contro 25% a favore di Mugnai, diventato al ballottaggio un risicato 51,4% contro il 48,6%. Ora la forbice di partenza è più alta: 45,93% di Pianigiani, 30,34% di Silvio Pittori. La differenza potrebbero farla eventuali accordi. L’oggetto del desiderio è Enrico Buoncompagni: con due liste civiche e l’appoggio in una di queste di Italia Viva, ha ottenuto ben il 15,13%. Un bottino che cambierebbe le sorti della seconda sfida. Se a sinistra non si parla di eventuali accordi, a destra si aprono spiragli di "coincidenze di programmi". Da ricordare che un anno fa Buoncompagni fu licenziato dal Pd dopo 4 anni da vicesindaco. Difficile dimenticarlo. Ambìto anche il 5% di Giorgia Arcamone: ex consigliera FdI, ha corso da sola non accettando l’imposizione dei partiti del candidato Pittori. Uno strappo ricucibile?

Manuela Plastina