
Ferragamo (Visintini/New Press Photo)
Firenze, 28 agosto 2014 - PREMESSA: il regolamento edilizio del Comune di Firenze, in particolare gli articoli 170 e 171, tutela il centro storico cittadino e i suoi palazzi. Tale regolamento stabilisce che il cambio di destinazione d’uso è ammesso purché non comporti un decremento delle superfici destinate all’attività residenziale, «salvo che per interventi che la sostituiscano con attività direzionali pubbliche o culturali pubbliche o di pubblico interesse». Ed è proprio nel nome dell’«interesse pubblico», che la Palazzo Feroni Finanziaria spa, società «che affitta immobili e negozi» alla Ferragamo, ma nel cui consiglio figurano i discendenti di Salvatore, ha ottenuto il cambio di destinazione d’uso del “palazzetto delle Monache”, nota anche come la casa delle monache di Santa Maria della Disciplina, al civico 27 di borgo Santi Apostoli, accanto ai Palazzi Feroni e Salutati, sede storica della maison addirittura dal 1938. Ma su quella delibera — la numero 4 del gennaio del 2011, relatore l’allora sindaco, con delega all’urbanistica, Matteo Renzi — ha puntato la propria lente d’ingrandimento la procura. In un fascicolo aperto dal pm Gianni Tei, si vuole infatti approfondire se, dopo il via libera del Comune, nel palazzetto delle Monache si siano compiuti abusi edilizi, trasformando una residenza, pure di valore storico, in uffici. I lavori sono cominciati dopo che la giunta ha espresso il proprio parere favorevole alla richiesta di cambio di destinazione d’uso. Da “residenziale”, com’era, il palazzetto delle Monache è stato trasformato in “direzionale”. La casa di moda, dopo la creazione del museo e del centro studi dentro palazzo Spini Feroni, aveva la necessità di collocare i propri uffici in precedenza ubicati nei cosiddetti “quartieri monumentali”, oggi splendida sede di rappresentanza di un marchio famoso in tutto il mondo. Ma dove sta l’interesse pubblico che ha consentito di adeguarsi al regolamento comunale, consentendo il cambio di destinazione altrimenti impossibile? Secondo la delibera di Renzi, Ferragamo è un «marchio di eccellenza nel settore della moda e della produzione di qualità legata alla città di Firenze». E c’è pubblico interesse pure «alla permanenza ed al consolidamento della sede storica delle società del marchio Salvatore Ferragamo a Firenze». Tesi che sembra non convincere la procura che intanto ha disposto una consulenza su palazzo Feroni Spini e sull’ampliamento nella vecchia dimora delle monache. Dagli atti in mano al pm, inoltre, sembrerebbe mancare anche l’«atto unilaterale di obbligo», e cioè la garanzia che, una volta ottenuto il cambio di destinazione d’uso, non cambi anche l’attività nella sede.