
Firenze, 7 settembre 2023 – ’Guardare in camera’, ’girati così’. E poi la posizione da tenere sul palco. Perché il mestiere di una stella è fatica e sudore, mica solo talento. Oltrarno, lezione di recitazione con in cattedra un maestro d’eccezione. Sì, quel Pierfrancesco Favino, attore conosciuto in tutto il mondo che con il suo “Comandante“ sta facendo discutere sul ruolo degli attori nostrani. Nonostante una carriera ormai all’apice, Favino da nove anni, dirige a Firenze la Scuola di formazione del mestiere dell’attore. E ne è orgoglioso.
«Non bastano una bella faccia e il talento. Occorre studiare (cosa che lo stesso Favino sta continuando a fare, ndr ), restare aggiornati e curare ogni minimo dettaglio" racconta a La Nazione il divo che in questo caso, però, ha un approccio da ’fratello maggiore’ nei confronti dei suoi studenti. "No, non do consigli agli allievi. La recitazione è un percorso di crescita. E qui forniamo tutti gli strumenti affinché i ragazzi riescano a far parlare il cuore davanti a una macchina da presa o su un palcoscenico". Perché "un bravo attore deve sentire il bisogno di comunicare al pubblico la sua visione del mondo" sostiene Favino.
Dal 2015 a oggi, secondo il poliedrico attore, la “bottega“ - che si trova a pochi passi dalla Goldonetta che fu di Kantor e Gassman - è una scommessa già vinta. "I ragazzi che entrano nella Scuola sono curiosi, hanno voglia di mettersi in gioco e basta dare loro le giuste attenzioni che poi camminano con le loro gambe". E durante il percorso di formazione triennale del Teatro della Toscana, completamente gratuito (grazie al sostegno della Fondazione Peccioliper), le attenzioni non mancano: si va da insegnanti di caratura internazionale (professionisti del settore) a contributi dei vari campi del sapere, dalla storia dell’arte alla musica.
“Andare oltre, innovare, guardare al futuro, non solo immaginandolo, ma usando ogni forza e capacità per definirlo e attuarlo, sono obiettivi tracciati nel nome della scuola" spiega Favino.
"Certo, particolare importanza viene data al lavoro su corpo e voce e sull’acquisizione di una forte tecnica di base che consenta ai giovani attori di maturare una libertà e un’autonomia espressive che li renda competitivi anche fuori dal nostro paese" aggiunge l’attore che rimarca il suo pensiero. "Io credo fermamente che gli attori italiani non abbiano nulla da invidiare ai colleghi stranieri e questa scuola offre una formazione al pari di blasonate realtà straniere e lo fa gratuitamente, dando quindi la possibilità a tutti di poter trasformare un sogno in realtà".
Fino al 30 settembre sono aperte le iscrizioni - rivolte ai ragazzi tra i 18 e i 26 anni - per accedere al triennio 2024/2026. Tra i requisiti, il diploma di scuola media superiore e con una buona conoscenza della lingua italiana parlata e scritta. Solo 16 saranno ammessi alle lezioni che, oltre allo stesso Favino, vedranno in cattedra altri big del cinema (Andrea di Stefano terrà un seminario, come annuncia lo stesso Favino). "Avere un gruppo ristretto di allievi permette di fornire una formazione ancora più accurata e al passo con i tempi" conclude Favino.