
di Titti Giuliani Foti
"Siamo contenti perchè il Campus della Musica, che è nato nel 2014, non si è mai fermato neppure durante la pandemia. Ma è proseguito, dopo quello del 2019 che era andato benissimo, anche sulle piattaforme digitali assieme al Teatro della Pergola. Resta comunque una bellissima esperienza, molto positiva per tutti". Claudio Fabi – padre di Niccolò – è il fondatore di un progetto di formazione del talento emergente: da lui stesso ideato e diretto assieme a Carmen Fernandez, ha visto nascere e crescere veri talenti.
Fabi, lei da produttore e musicista, ci racconta l’evoluzione Campus?
"Per quanto riguarda la risposta delle istituzioni che ci supportano è stata sempre buona: Comune e Città metropolitana ci hanno sempre supportato con attenzione. I nostri programmi si sono evoluti e abbiamo deciso di internazionalizzare il progetto guardando all’Europa".
In che senso?
"Nomi italiani importanti ce ne sono sempre stati tanti da noi. E sempre pronti al confronto e a misurarsi con i più giovani in uno scambio che va al di là della semplice conoscenza. Adesso l’abbiamo aperto ancora di più per far sì che al Campus la musica giovanile contemporanea sia sempre più inserita nel progetto".
A cosa state lavorando?
"Al nostro nuovo orientamento. Abbiamo puntualizzato le cose sulle attività e sulla qualità delle produzioni e abbiamo pensato anche a sorta di guida all’ascolto della musica, ma qualitativa".
Campus come eccellenza identitaria?
"I nostri tre obiettivi sono: creatività, qualità e, appunto, guida all’ascolto, che è un’altra cosa rispetto al semplice ascolto. E’ cioè imparare un po’ quello che la musica può trasmettere e far conoscere profondamente. Non da dilettanti, ma da chi studia e impara a studiare una materia fin troppo standardizzata".
Sulla creatività?
"E’ il primo dei tre punti per favorire la sperimentazione con una serie di residenze musicali: ci sarà la possibilità di un tema da svolgere con l’aiuto di un tecnico professionista o addirittura da uno dei nostri ’campussini’".
La qualità?
"Arriva questa volta dallo scambio attraverso un summit internazionale tra Italia e Spagna dedicato ad artisti emergenti perchè si possano riconoscere nelle relative differenze, sia live, che dal punto teorico e artistico. Ma con standard molto alti".