REDAZIONE FIRENZE
Cronaca

Ex Gkn, quattro anni di ’resistenza’. Concerto e assemblea in piazza

A luglio 2021 gli oltre 400 licenziamenti via mail, da allora il presidio nella fabbrica non si è mai interrotto. Il Collettivo: "Abbiamo avuto sempre ragione, dobbiamo continuare ad avere la forza di andare avanti".

A luglio 2021 gli oltre 400 licenziamenti via mail, da allora il presidio nella fabbrica non si è mai interrotto. Il Collettivo: "Abbiamo avuto sempre ragione, dobbiamo continuare ad avere la forza di andare avanti".

A luglio 2021 gli oltre 400 licenziamenti via mail, da allora il presidio nella fabbrica non si è mai interrotto. Il Collettivo: "Abbiamo avuto sempre ragione, dobbiamo continuare ad avere la forza di andare avanti".

di Pier Francesco NestiCompleanno amaro, il quarto, per i lavoratori della ex Gkn. Sono passati infatti quattro anni dal 9 luglio 2021 quando gli allora oltre 400 operai ricevettero, via mail, la comunicazione del loro licenziamento senza alcun preavviso. Ma il Collettivo di fabbrica non ha dubbi: "Da allora abbiamo avuto sempre ragione, dobbiamo continuare ad avere la forza di andare avanti". E lancia la mobilitazione in programma nel fine settimana: "Venerdì 11 e sabato 12 luglio chiamiamo tutta la nostra comunità solidale in piazza Poggi. Sarà un concerto e un’assemblea, forse anche un corteo e una tendata. Una mobilitazione per chiedere che a prevalere siano i posti di lavoro e l’intervento pubblico, non le logiche immobiliari e potenzialmente speculative".

Quello della ex Gkn, a oggi, è il più lungo presidio permanente della storia recente. Una vertenza sfibrante per i lavoratori (attualmente sono poco più di 100 quelli rimasti), una parte dei quali si dissocia dai metodi di protesta portati avanti. Una vertenza su cui il sindaco di Campi, Andrea Tagliaferri, si è espresso così: "E’ una delle pagine più dure, ma anche più significative del nostro Comune. In questi anni non abbiamo mai smesso di lottare per il lavoro, per la dignità e per una visione industriale che metta al centro le persone e il futuro sostenibile del sito industriale. Oggi, con l’approvazione del nuovo consorzio industriale, diamo un segnale forte: questo territorio non si arrende".

Per poi aggiungere: "Dopo anni di mobilitazione, dialogo e impegno collettivo, compiamo un passo decisivo verso la reindustrializzazione dell’area ex Gkn. Non è solo una risposta alle ferite del passato, ma un atto concreto per costruire un nuovo modello produttivo, radicato nei diritti, nell’innovazione e nella transizione ecologica. Oggi, più che mai, dobbiamo avere il coraggio di trasformare la resistenza in rinascita".

Ma per arrivare all’oggi, dobbiamo fare un salto nel passato, a quelle che sono state le tappe più significative dalla vertenza, a partire dal novembre 2021 quando Francesco Borgomeo, presidente della società Qf Spa, fu nominato advisor da Melrose Industries Plc (il fondo finanziario britannico che nel 2018 rilevò la multinazionale Gkn Plc) per scovare investitori che potessero reindustrializzare il sito di Campi. Da advisor Borgomeo si trasformò in acquirente stesso della ex Gkn.

Dopo l’istituzione della società Qf (acronimo di ‘QuattroF’: Fiducia nel Futuro della Fabbrica di Firenze), a dicembre dello stesso anno acquistò il 100% delle quote dello stabilimento. Dopo un mese, il 19 gennaio 2022, venne firmato l’accordo quadro presso il Mimit che sancì "l’impegno da parte di Borgomeo di farsi carico della riconversione industriale, nell’ipotesi in cui entro il 31 agosto 2022 non si riuscisse a concretizzare il processo di riconversione industriale". Ma la situazione precipitò, con due richieste di licenziamenti collettivi respinti. Con l’alluvione che nel novembre 2023 devastò il territorio campigiano e che vide anche gli operai della ex Gkn dare una mano insieme agli ‘Angeli del fango’. Nell’estate del 2024, altra tappa significativa con la decisione di alcuni d loro di proclamare lo sciopero della fame. Quindi la mobilitazione del novembre successivo a Firenze, la nascita della cooperativa e la richiesta di dare vita a un consorzio industriale per una reindustrializzazione del sito che partisse dal basso. Il resto è storia recente.