Ex Gkn Il giudice accoglie tre ricorsi Stipendi non pagati, decreti ingiuntivi

A ottobre la Qf di Borgomeo non aveva anticipato la cassa integrazione. Rsu: "Decurtazione illegittima"

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Il tribunale del lavoro di Firenze ha accolto i ricorsi per tre decreti ingiuntivi "pilota" presentati da operai Qf, ex Gkn di Campi, in collaborazione con il Collettivo di Fabbrica e la Rsu, riguardo al mancato pagamento dello stipendio di ottobre. "Si tratta potenzialmente solo dell’inizio" recita la nota firmata dalla Rsu Qf, ex Gkn. Per ottobre Qf di proprietà di Francesco Borgomeo non aveva infatti anticipato il trattamento di Cig ai lavoratori. Secondo la Rsu, la decisione del tribunale sancisce che "il contratto a tempo indeterminato in assenze di valide ragioni deve essere pienamente retribuito", e dunque "riteniamo in mora l’intero reddito da gennaio 2022". Nella nota, la Rsu, chiede, inoltre, che "Qf paghi immediatamente tutto ciò che è dovuto, a partire dalle spettanze arretrate di ottobre, novembre, premio di risultato fisso, ferie, malattie, contributi Inps, contributi Cometa, tredicesima". E aggiunge: "L’8 gennaio paghi le spettanze di dicembre". E se il Ministero del Lavoro, afferma la Rsu, "vorrà intervenire concedendo una cassa integrazione in deroga e retroattiva, lo farà in piena autonomia, prendendosi la gravissima responsabilità di decurtare a posteriori il nostro stipendio, usando i soldi pubblici, dell’Inps".

Oltre ai tre ricorsi accolti, ce ne sono altri 15 analoghi attualmente pendenti. "A ottobre in busta paga a tutti i dipendenti è apparsa la dicitura ‘trattenuta cig a carico Inps’: l’azienda ha prolungato indebitamente e unilateralmente la cassa integrazione, scaricando la retribuzione su Inps", fa sapere il vice capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi. Ma c’è di più. "E’ in mora il pagamento di tutti gli stipendi da gennaio a settembre 2022, perché sono stati pagati al 75% della retribuzione senza che fosse mai stata autorizzata dall’Inps la cassa integrazione ordinaria o straordinaria. Oltretutto, azienda e sindacati avevano firmato un accordo in cui il datore si impegnava ad anticipare sempre la cassa rispetto all’Inps. Siamo di fronte a una decurtazione illegittima del 25% per 9 mensilità e a mancati pagamenti da ottobre, in contrasto con le norme ma anche con gli accordi fra le parti".

B.B.

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