EMANUELE BALDI
Cronaca

Eike mattatore, Sara rigorosa. Qualche frecciata, tanti sorrisi. Dopo i veleni trionfa il fair play

Schmidt e le buche: "Io e i miei vicini siamo inciampati tutti, ma sono robusto e non si sono rotto". Il tema dei piccioni solleva un boato in sala. Saccardi pragmatica: "Via, ora parliamo del sudicio...".

"Qualche anno fa avevo i calcoli. Il mio dottore mi consigliò di girare con la macchina intorno a piazza d’Azeglio. I calcoli non li ho più" ’grazie alle le vibrazioni’ "ma la piazza è rimasta così". Giù inevitabili applausi in sala (con annessa lieve smorfia di Funaro). D’altronde Eike Schmidt buca schermi e piazze così.

L’austera figura germanica con a corredo i due occhi algidi viene smorzata assai, ogni volta che apre bocca, da un italiano, sì impeccabile, ma giocoforza manipolato dalla lingua madre che crea un eloquio somigliante a una sorta di effetto ’remix’ da disco anni ’90. Si addizioni al tutto un senso dell’umorismo più latino che teutonico e il gioco è fatto. "Ha questa forza speciale, piace alla gente" gongola Massimo Sabatini, capolista della civica del tedesco.

E infatti il pubblico gradisce e appalude ma, va detto senza che nessuno si adombri, che la platea dello Chalet Fontana (non proprio il circolone Arci di San Bartolo a Cintoia ) – abbarbicato sulla collina più chic di Firenze – non ha esattamente in testa all’agenda delle priorità il piano degli alloggi popolari, né la soluzione delle grane delle Cascine e quindi le frecciate sulle buche del bell’Oltrarno di via Maggio dell’ex direttore degli Uffizi ("Io e i miei vicini di casa siamo già inciampati tutti") o il pasticcio del guano dei piccioni funzionano più del piano sul riscatto sociale di San Jacopino, snocciolato da un Dimitri Palagi della sinistra critica, comunque molto preparato e attento nei toni e nei contenuti.

In mezzo a un parterre che per un verso o per l’altro è tutto tendenzialmente ’anti-dem’ – con Cecilia Del Re che di parlantina svelta punge Sara sull’aeroporto ("Penso che sul sì alla nuova pista parli per il Pd”, visto che nella coalizione che la sostiene non c’è totale accordo") e con la renzianissima Stefania Saccardi che fa della praticità più spiccia la sua forza autentica ("Lo scudo verde mi piace pochissimo, chi deve muoversi in auto per spostarsi non può essere considerato un nemico del mondo", o ancora "Dopo si parla anche di’sudicio") – Sara Funaro è un po’ come la squadra sulla carta in testa al campionato che deve difendersi dalle sportellate di tutti.

E lo fa bene davvero, senza mai deragliare, pungendo il giusto ("Ogni tanto mi piacerebbe anche sentirvi parlare di programmi invece che attaccare e basta") e mantendendo la barra dritta anche quando il tema dei pali del tram a Santa Maria Novella agita un po’ la platea. Un po’ defilato ma energico c’è Andrea Asciuti, ex Lega, anche lui candidato Indipendenza (di Gianni Alemanno), sostenuto anche da Marco Rizzo. Note a margine: Funaro e Schmidt sono seduti accanto e cordilamente si ignorano per quasi tre ore, mentre Saccardi e Del Re sembrano intendersela su parecchi temi (d’altronde il mondo renziano non è così lontano dall’idea di città dell’ex assessora all’urbanistica defenestrata da Nardella) con diverse frasi sussurate l’una alle orecchie dell’altra con annesse risate per buona parte del confronto.

L’applauso finale scioglie comunque ogni (minima) tensione emersa in sala. Foto di gruppo con abbracci e sorrisi. D’altra parte manca ancora un mese al voto, non è il caso di metter su il broncio anzitempo.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro