Luigi Mariani, artigiano del cotto di Impruneta della Fornace Mital, è l’autore di tutto il presepe che dal 2010 ormai accompagna il Natale sul sagrato del Duomo. Mariani, come ha preso la notizia del furto?
"E’ stato un dolore. Ogni opera è come un figlio da cui ci stacchiamo, ma continuiamo a seguirne il destino. Già un anno fa ho dovuto restaurare il piede di Gesù bambino. Non c’è più rispetto e, da credente, sono ancora più amareggiato".
Come nasce questo presepe?
"Mi fu chiesto se ero disponibile nel 2010. Ho lavorato per mesi, prima sulle statue di Giuseppe e Maria, poi sul Bambino. Ogni anno ho aggiunto una o più statue. Mi son fermato solo due anni per realizzare altrettanti Gesù Bambino per il Duomo: uno va sul leggio vicino all’altare, l’altro nel presepe interno".
Da poco ci sono anche due personaggi speciali.
"Nel 2020 una pastorella con una colomba in mano: ha il volto di mia moglie Rossana, venuta a mancare un anno prima. L’anno scorso ho realizzato un altro pastore vicino a lei: è un mio autoritratto".
La mattina di Natale è stato danneggiato anche il presepe davanti la basilica di Impruneta.
"Lo iniziai io con la sacra famiglia, poi ho coinvolto artisti che collaborano con la mia fornace e via viva gli artigiani delle altre fornaci imprunetina. Della pecora distrutta ho realizzato io stesso la struttura".
Quanto si impiega a realizzare una sola statua?
"Tanto: è extra lavoro ordinario, sacrificando domeniche e riposo. Sono realizzati tutti a mano senza calchi".
Manuela Plastina