
Nel giorno in cui avrebbe compiuto 70 anni, tanti eventi per ricordarlo. La figlia Ginevra: "Grazie Firenze". Funaro: "È un pezzo della storia della città. Avere luoghi a lui dedicati è un modo per esprime il nostro affetto" .
"Mio padre abita nel cuore di milioni di persone, non è mai stato definibile da un indirizzo. Grazie, Firenze". Con queste parole Ginevra Nuti mette a tacere tutte le polemiche nate intorno alla targa apposta in via Sant’Antonino sulla casa dove Francesco Nuti abitò da piccolissimo, prima che la famiglia si trasferisse a Prato. Ieri, 17 maggio, il grande artista – scomparso nel 2023 – avrebbe compiuto 70 anni e Firenze ha voluto rendergli omaggio con una lunga serie di iniziative. Tra queste, appunto, una targa che ha suscitato alcune critiche perché l’attore e regista nacque in via Rinuccini.
"Mio padre era un uomo di cuore, ironia e poesia. È nato in una casa piena d’amore ed è cresciuto tra Firenze e Prato, ma ha vissuto – e continuerà a vivere – nel cuore di chi lo ha seguito, amato, ascoltato" le parole della figlia Ginevra, presente allo svelamento della targa su cui fa chiarezza. "So bene com’è nata questa piccola confusione: mio padre nacque in casa, in via Rinuccini, dove viveva la famiglia di mia nonna all’epoca, ma mio nonno ne registrò la nascita all’anagrafe indicando l’indirizzo di via Sant’Antonino 23, che era la residenza della famiglia. Se c’è stato un errore, è nato in buona fede dal nonno, come succedeva spesso in quegli anni. Ridurre la sua memoria a una polemica su un indirizzo rischia di farci perdere di vista il senso profondo di questo gesto: quella di oggi (ieri, ndr) è una targa, sì. Ma è anche un segno, un riconoscimento, un atto d’amore collettivo" dichiara la figlia ringraziando "di cuore la sindaca Sara Funaro, gli assessori Caterina Biti e Giovanni Bettarini e, in particolare, Mirco Rufilli che si è impegnato con sensibilità e rispetto fin dal primo momento".
Al parco delle Cascine, vicino al Ponte dell’Indiano, il secondo omaggio: inaugurata una panchina per ricordare dove fu girata una scena di ‘Caruso Paskoski (di padre polacco)’ in cui l’attore paragonava i partiti politici a insaccati decretando che la "mortadella è comunista". All’evento ha partecipato anche l’attore Antonio Petrocelli, che dialogava con Nuti nella scena. "Ormai è diventata una scena cult del cinema italiano - ha osservato Petrocelli - non c’è solo il ricordo di un attore, dentro quella scena c’è il dolce rumore della vita".
Nel pomeriggio, poi, un flash mob in piazza Signoria per ‘Sarà per te’, la canzone che Nuti portò al Festival di Sanremo 1988. In serata, invece, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio si è svolta la cerimonia della seconda edizione del premio a lui intitolato: il riconoscimento, realizzato da Paolo Penko, è stato consegnato a Massimo Ceccherini. A chiusura della lunga giornata, la proiezione di ’Tutta colpa del Paradiso’ film che quest’anno compie 40 anni, alla presenza di Giovanni Veronesi che con Nuti scrisse la pellicola. "Francesco Nuti è un pezzo della storia della nostra città, artisti come lui rimangono nella memoria, nel cuore dei fiorentini, per cui avere luoghi dove lo si può ricordare penso sia il minimo che la città di Firenze può fare per onorare la sua memoria ed esprimere tutto l’affetto che abbiamo per lui" il pensiero della sindaca Sara Funaro.
Barbara Berti