Due persone su tre hanno paura degli ospedali Gli effetti della pandemia sul sistema sanitario

Lo studio su un anno di lockdown presentato a Firenze da Federico Gelli e da Sociometrica. I risultati che non ti aspetti

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di Lisa Ciardi

In un anno di pandemia, 35 milioni di italiani hanno avuto problemi a utilizzare servizi sanitari non legati al Covid, il 64% della popolazione ha mostrato timore verso gli ospedali e 2 persone su 3 hanno smesso di prendere i mezzi pubblici. Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca voluta dalla Fondazione Italia in Salute e realizzata da Sociometrica, per quantificare su scala nazionale le conseguenze dell’epidemia sul sistema sanitario.

A presentare lo studio sono intervenuti ieri, a Firenze, il presidente della Fondazione Italia in Salute Federico Gelli e Antonio Preiti, direttore di Sociometrica. Partendo dai servizi sanitari, cancellazioni e rinunce hanno coinvolto circa 10 milioni di persone: di queste circa 400mila hanno rinunciato a interventi di ricovero (o li hanno visti cancellare), 600mila non hanno potuto fare interventi chirurgici e circa 1 milione non ha avuto prestazioni di day hospital. Colpite le visite specialistiche, alle quali hanno rinunciato circa 7 milioni di italiani (nell’83,9% dei casi over 65). Molti, al di là delle disposizioni di legge, hanno modificato i comportamenti: il 63,3% degli intervistati evita di prendere mezzi pubblici, oltre la metà non frequenta più negozi, bar e ristoranti; circa 7 persone su 10 non vedono più amici e conoscenti in casa.

Cresce anche lo stress psicologico legato alla pandemia (nel 49,1% della popolazione), mentre il 43,9% degli italiani ha smesso, o fortemente ridotto, l’attività fisica. E ancora: il 28,8% ha difficoltà del sonno, il 27,1% ha malesseri psicologici, il 25,7% mangia di più, il 16,5% accusa sintomi di depressione. Pesanti anche le conseguenze sui minori: quasi il 60% dei genitori intervistati ritiene che la pandemia abbia avuto un impatto psicologico sui figli e per uno su quattro i minori sono stati "colpiti molto pesantemente", soprattutto nel caso di famiglie con un livello d’istruzione più basso. Un tassello molto interessante della ricerca riguarda la vaccinazione: un italiano su 4 "non vede l’ora" di farla e il 40,5% attende tranquillamente il proprio turno. Le persone che hanno patologie vogliono tutte essere vaccinate e quelle più istruite sono anche le più favorevoli. C’è però un 7,5% di italiani che non intende fare il vaccino, il 9,9% attende di capire di più, mentre il 7,6% vorrebbe poter scegliere quale fare.

Passando ai singoli tipi di vaccino, a ispirare "molta fiducia" è soprattutto Pfizer (35,6%), seguito da Moderna (25,7), Johnson & Johnson (24%) e poi, a sorpresa, da Sputnik (11,9%) che pur non avendo ancora una valutazione dell’Ema piace più di Astrazeneca (11,1%). "Abbiamo cercato di andare oltre i dati già sconvolgenti di decessi, ricoveri e contagi, per fare un’analisi – ha commentato Federico Gelli –. Siamo convinti che possa essere un contributo importante per uscire dalla pandemia al meglio e al più presto".

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