
Draghi a Palazzo Vecchio parla dello State of Union
Firenze, 4 febbraio 2021 - Non è mancata una parentesi fiorentina nella carriera tutta in ascesa di Mario Draghi. L’ex presidente della Banca centrale europea, salito ieri al Quirinale dove ha ricevuto dal capo dello Stato l’incarico formale per la formazione del nuovo governo, ha insegnato alla ‘Cesare Alfieri’ dal 1978 al 1981 come professore incaricato di Economia internazionale e, dal 1981 al 1991, come docente ordinario di Economia e politica monetaria. In realtà la sua presenza nella aule di via Laura, dove era la sede di Scienze politiche prima del trasferimento nel campus di Novoli, è stata piuttosto breve dato che Draghi nel 1984 partì alla volta di Washington dove, fino al 1990, fu direttore esecutivo della Banca Mondiale.
Di lui si ricorda benissimo Maurizio Grassini, allora docente di Econometria. «Venne a Firenze con un gruppo di allievi di Federico Caffè – dice il professore ora in pensione –. La sua presenza fu tutto sommato breve ma ha lasciato un segno importante. Se ne andò sei anni per il suo incarico a Washington e tornò da noi nel gennaio del 1991, in piena ‘Pantera’. Ricordo che condividevamo la stessa aula. Fece una lezione, poi la facoltà venne chiusa e riaprì a maggio». «Il nostro rapporto - prosegue Grassini, - era estremamente cordiale, di grande simpatia e di stima reciproca. Molto amato dai ragazzi, Draghi era apprezzato per la sua grande umanità. Adesso, se posso essere sincero, sono un po’ in ansia per lui, oltre che naturalmente per il Paese, che vive un momento difficilissimo. La mia simpatia va comunque tutta a lui. Abbiamo vissuto un importante pezzo di storia professionale insieme».
Il passaggio dell’ex presidente della Bce in via Laura lo definisce «un po’ in punta di piedi» il sociologo Paolo Giovannini. «Dico così perchè lui abitava a Roma, e quindi faceva il pendolare, e poi perchè ha sempre avuto un carattere riservato – dice Giovannini –. A Scienze politiche Draghi introdusse una didattica innovativa, di stampo americano. Era ritenuto un professore di sinistra, più vicino probabilmente a un orientamento socialista, mentre alla ’Cesare Alfieri’ prevaleva quello liberale. Non è mai stato protagonista della vita di facoltà perchè era un po’ ‘di passaggio’. Svolse benissimo il suo lavoro, ma era evidente che avesse interessi oltre il mondo universitario». Persona «aperta e curiosa», Draghi, continua Giovannini, «si interessava anche di argomenti molto lontani dai suoi interessi principali».
«Un collega bravissimo – dice il professor Sandro Rogari –. Ricordo perfettamente quando eravamo insieme in via Laura. Sempre puntuale, era molto apprezzato dai ragazzi. Molto serio, rigoroso, super preparato. Davvero un professore eccellente. Del resto, la sua alta levatura intellettuale è stata ampiamente dimostrata nel corso delle sue responsabilità istituzionali». Mario Draghi tornò in facoltà nel 2006. «Tenne una lezione fantastica, in cui previde la grande crisi del 2008 – conclude Rogari –. Aveva capito che saremmo andati incontro all’esplosione di una bomba finanziaria».