
La polizia davanti all'albergo dove è morta la ragazza (Gianluca Moggi/New Press Photo)
Firenze, 15 marzo 2017 - UN «ATTO dovuto», come si usa dire in casi come questi, ma il compagno di Claudia Consorti, la 30enne pratese trovata morta nella vasca da bagno dell’Una Hotel di via Pisana, all’alba di lunedì mattina, è stato ufficialmente iscritto sul registro degli indagati, in vista dell’autopsia in programma domani all’istituto di medicina legale di Careggi.
Morte in conseguenza di altro reato, ovvero un’eventuale cessione di stupefacenti, è l’ipotesi di reato che «giustifica» l’iscrizione da parte del pm Tommaso Coletta, il titolare del fascicolo, del titolare di una stazione di servizio a Prato. Con il coinvolgimento formale nell’indagine, Roberto Brini, 49 anni, avrà la facoltà di nominare, oltre che un difensore, anche un proprio consulente che parteciperà all’accertamento anatomopatologico.
Ma più che per accertare eventuali responsabilità penali – allo stato nemmeno ipotizzabili, visto che dalla prima ricognizione esterna del corpo non sono stati riscontrati segni di violenza – l’autopsia sarà decisiva per chiarire quale sia stata la causa che ha provocato la morte della giovane dipendente delle Saponerie Mario Fissi di Scandicci. Claudia è stata trovata immersa nella vasca da bagno. Presumibilmente è scivolata con la testa sotto l’acqua quando ha perso i sensi. Tuttavia, l’autopsia stabilirà se c’è acqua nei polmoni perché paradossalmente la donna potrebbe essere morta anche per annegamento. E poi, in questa brutta faccenda, c’è da stabilire il ruolo della cocaina. Brini ha ammesso che sia stata consumata la droga, tracce di polvere bianca risultano anche nel bagno della camera al secondo piano che la coppia aveva preso per la loro trasferta fiorentina. Claudia ha assunto la coca anche da sola? Nel bagno, i poliziotti della squadra mobile hanno ritrovato pure una bottiglia di champagne, che la coppia aveva acquistato per la loro nottata “trasgressiva”.
L’IPOTESI più accreditata è che a uccidere Claudia sia stato questo mix letale di eccessi, alcol e droga consumati nell’arco di diverse ore, forse dal tardo pomeriggio fino alle prime ore del mattino. Quando Brini si è appisolato, la Consorti avrebbe deciso di immergersi nella grande vasca da bagno della camera dell’Una Hotel. Chissà se Claudia ha chiesto aiuto, anche con un filo di voce. Il compagno ha raccontato di aver dato l’allarme quando, intorno alle cinque, si è svegliato e si è accorto che Claudia non era nel letto. Appena l’ha trovata in bagno, ha chiamato la portineria. Il dipendente dell’hotel conferma questa versione: è stato lui il primo ad entrare nella camera ed aiutare Brini a togliere la ragazza dalla vasca. Poi il compagno, in attesa dell’arrivo del 118, ha tentato di rianimarla.