IACOPO NATHAN
Cronaca

Don Volodymyr e la sua comunità "Per tanti una nuova vita riparte da qui"

Il parroco: "Abbiamo riunito cento famiglie. Grazie anche al cuore di Firenze"

di Iacopo Nathan

"Stiamo facendo un grande lavoro, cercando di unire e tessere insieme tante persone che sono arrivate qui scappando dalla guerra". Don Volodymyr Voloshyn è il parroco della chiesa dei Santi Simone e Giuda, che da anni è la casa della comunità ucraina di Firenze, e sotto la sua ala e la sua pacatezza si sta impegnando per provare a dare una nuova vita a tutti i suoi concittadini scappati dalla loro terra. "Oggi è un anno dall’inizio della guerra, ma non è propriamente vero. In Ucraina è iniziata nel 2014, quando la Russia ha iniziato ad attaccare il nostro Paese, quindi possiamo dire che sono 9, gli anni. Certo da marzo scorso sono successe tante cose e tante sono cambiate. Sto vivendo da allora due sentimenti molto forti dentro di me, e anche particolarmente contrastanti".

Parte dalle constatazioni positive don Volodymyr, e gli occhi gli si accendono di speranza. "Siamo riusciti ad unire un gruppo di 100 famiglie ucraine, che hanno fatto squadra e cerchio intorno alla parrocchia. Certo all’inizio non è stato facile, nella nostra chiesa fiorentina sono arrivate tante persone diverse, ucraini di tante regioni lontane. In alcune zone del nostro paese si parla il russo, e non è stato facile far convivere tutte queste persone. Però ce l’abbiamo messa tutta, e piano piano stanno trovando una nuova dimensione. Naturalmente si parla di tante donne e madri con i loro figli, più gli anziani, ma stanno trovando lavoro, i piccoli vanno a scuola e si stanno inserendo. Stiamo riuscendo a creare una vera comunità, inserita nella società fiorentina".

Poi il volto si fa scuro, come toccato da un terribile ricordo. "Provo anche molta tristezza però – aggiunge -. Queste sono vite difficili, di persone che non hanno più niente, e anche se e quando finirà la guerra non sapranno più come ricominciare. Famiglie che non si vedono da oltre un anno, crisi personali, lavori interrotti. Molti si troveranno a rimanere a Firenze, dove si trovano bene e hanno iniziato una nuova storia, mentre altri cercheranno di tornare in Ucraina, dove però ci sarà tutto da ricominciare".

E pensando al futuro arrivano tante domande e turbamenti. "Firenze ha dimostrato di avere un grande cuore, fin da subito, soprattutto nei primi mesi di emergenza. Quello però che ci sembra è che con il passare dei mesi, l’interesse verso il popolo ucraino sia diminuito. Certo nessuno si aspettava che potesse durare cos ì a lungo questa guerra, e anche le difficoltà sono tantissime. Dobbiamo però chiedere di non abbandonarci, di tenere alta l’attenzione verso questa guerra, sperando che possa durare il minimo possibile. Il popolo ucraino, anche a Firenze e lontano dal nostro paese, ha tanto bisogno di aiuto. Non ci abbandonate".