Le iniziative per celebrare i cento anni dalla nascita di don Lorenzo Milani varcano i confini della Toscana. Nei giorni scorsi, l’associazione culturale Casa Alta, unitamente al settimanale online “Il giornale di Rodafà” ed al Monastero di Bose, ha organizzato proprio nei locali della comunità monastica di Bose, in provincia di Biella, un convegno che ha messo al centro la figura di don Lorenzo Milani, nel centenario della sua nascita, "alla luce dei rapporti con la madre, la triestina Alice Weiss, di origini ebraiche, la cui statura intellettuale e di civica testimonianza ha un eccezionale rilievo, benché risulti ancora poco investigata", sottolineano gli organizzatori. Al convegno ha partecipato Stefania Di Pasquale, storica e massima esperta di Alice Weiss. "Forse è poco noto - ricordano gli organizzatori dell’evento - che i nonni materni di don Milani, Emilio Weiss ed Emilia Giustina Jacchia, sono sepolti nel Cimitero Israelitico di Trieste. Alice Weiss, madre triestina di don Milani, fu cugina di primo grado di Edoardo Weiss, che introdusse la psicanalisi in Italia e con il quale intensi furono i suoi rapporti, in particolare epistolari, anche con riguardo alle vicende del figlio. Alice Weiss imparò a Trieste la lingua inglese da James Joyce e fu a Trieste che si fidanzò con Albano Milani, padre di don Milani". In considerazione dell’attuale situazione geopolitica, con specifico riferimento al conflitto in Ucraina, e della crescente importanza del ruolo della Cina, al convegno è intervenuto anche padre Giovanni Criveller del Pime (Pontificio istituto missioni estere), grande esperto della realtà cinese e profondo conoscitore della genesi e del significato della “Lettera ai Missionari Cinesi” di don Lorenzo Milani, che compare nel suo celebre libro Esperienze Pastorali.
A proposito di libri, mercoledì scorso, a Calenzano si è dialogato sul volume di Michele Gesualdi “Don Milani – L’esilio di Barbiana” nei luoghi dove il futuro di priore di Barbiana, ha vissuto il primo incarico, dal 1947, appena uscito dal Seminario. Nei sette anni di permanenza nella pieve di San Donato, da cappellano del proposto don Pugi, il giovane Lorenzo ebbe modo con la sete di Assoluto di dare impulso a iniziative come la scuola popolare che a Barbiana venne perfezionata nell’attenzione ai più giovani, privi di tutto, anche della parola, intesa come capacità di espressione alla base della possibilità di andare oltre un destino fatto di emarginazione e miseria.