Deposito dell’archivio storico comunale, sarà battaglia in tribunale. Con un provvedimento dirigenziale, Palazzo Vecchio ha autorizzato a procedere in giudizio contro la proprietà dello spazio dove sono custoditi centinaia di documenti sulla storia – amministrativa e politica – del Comune di Firenze. La materia del contendere sono i danni provocati negli scorsi anni a 190 unità archivistiche entrate a contatto con l’acqua per la rottura di alcune tubature.
L’intervento tempestivo del personale ha evitato conseguenze devastanti, ma è stato necessario predisporre operazioni di restauro per i documenti – anche a causa della muffa che si è formata successivamente. Interventi che hanno un costo. Per cui l’amministrazione comunale ha chiesto un rimborso alla proprietà e alle relative assicurazioni di circa 35mila euro. Ad oggi, però, ne sono stati pagati solo 15mila. La vicenda è quindi passata all’Avvocatura e si risolverà per vie legali. Nel provvedimento si legge infatti che il dialogo con l’avvocato del condominio di via Valdinievole ha dato esito negativo.
Respinto ogni tentativo di negoziazione, al "fine di tutelare le ragioni risarcitorie del Comune in sede giurisdizionale", i legali di Palazzo Vecchio hanno ricevuto il via libera per portare il caso in tribunale. Il deposito dell’archivio comunale è in un edificio in via Valdinievole, per cui "Palazzo Vecchio paga un canone di oltre 14mila euro mensili", spiega Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune. "Poche settimane fa avevamo appreso della presenza di topi, e adesso emerge un altro problema, di carattere strutturale", commenta ancora Palagi. "Dopo tutti questi anni appare chiaro che il deposito dell’archivio – continua – non rappresenta una priorità. Bisogna ricordare che si tratta di documenti di grande valore e importanza, per la storia e l’identità della città".
Sul caso, in passato, si è anche pronunicata la Soprintendenza che "ha ricordato che gli spazi di via Valdinievole non sono adeguati perché le tubature che corrono lungo tutto il deposito (circa 9.000 metri quadrati) rappresentano un grave rischio per l’incolumità dei documenti, con un’umidità incompatibile con la natura di un deposito archivistico cartaceo", conclude Pakagi.
Pie.Mec