LINDA COSCETTI
Cronaca

Divise biologiche per gli studenti L’idea di due giovani fa boom

La pandemia suggerisce un’attività imprenditoriale: crea maglie per educare i ragazzi all’ecologia

Divise biologiche per gli studenti L’idea di due giovani fa boom

SESTO FIORENTINO

di Linda Coscetti

Hanno avuto l’idea in tempi di pandemia: realizzare divise ecosostenibili scolastiche che hanno l’obiettivo di ’educare’ gli studenti all’attenzione verso l’ambiente. Matteo Baldanzi e Leonardo Petruzzi sono i fondatori di Ecosum, una start-up nata a Sesto, in pieno centro. Creata da giovani per i giovani, è un vero e proprio laboratorio dove lavorano dieci persone. Ogni maglietta, ogni felpa che esce dal loro laboratorio porta il nome di una scuola. E sono già 292 gli istituti che le hanno commissionate, sparse un po’ in tutt’Italia. Un’idea vincente, dunque. Se il tema della sostenibilità è una problematica che colpisce il pianeta, Ecosum ha ribaltato le carte in tavola facendone un punto di forza. "Tutti possiamo dare un contributo per diminuire sprechi e inquinamento praticando correttamente la raccolta differenzata, utilizzando borracce e non bottiglie di plastica – spiega Matteo –. Ma anche indossare capi ecosostenibili aiuta il pianeta. Noi abbiamo peraltro pensato di unire migliaia di studenti, che all’epoca erano in Dad, con un oggetto comune, facendoli sentire parte di un ingranaggio che guarda al futuro".

A soli due anni dall’apertura dell’azienda, Matteo e Leonardo si dichiarano soddisfatti: "Abbiamo raggiunto 243mila studenti. Ed è importante soprattutto perché crediamo che il cambiamento sia indispensabile e che per renderlo possibile serva l’aiuto di tutti, a partire da noi giovani". Tutti i capi Ecosum sono provvisti di certificazione ocs (organic content standard, ndr) che ne garantisce l’origine biologica. "Grazie all’uso del cotone biologico, che ha un basso impatto sull’ambiente, abbiamo risparmiato più di 25mila litri d’acqua in un anno, quella che verrebbe impiegata per lo smaltimento degli scarti", dice Matteo. Esempio anche questo di una filiera produttiva che guarda alla sostenibilità. Una visione ecologica che va anche oltre, estendodosi nella quotidinaità, con iniziative volte a coinvolgere sempre più i giovani in politiche ecologiche, che seppure per fini simbolici e non impreditoriali, vanno dal piantare il seme di un arbusto nei giardini delle scuole che hanno aderito al progetto, alla raccolta di olive e di uva, e successive frangitura e spremitura per la produzione di olio e vino. Tutto sempre nell’ottica di stare a contatto con la natura.