REDAZIONE FIRENZE

Di nuovo fiamme nel sottopasso delle Cure. Spunta un sospetto tra i clochard

Principio di incendio di volumi del libraio Marco spento dai vigili del fuoco

Principio di incendio di volumi del libraio Marco spento dai vigili del fuoco

Principio di incendio di volumi del libraio Marco spento dai vigili del fuoco

Un altro incendio, l’altra notte, nel sottopasso delle Cure: in fiamme, anche se sono state subito domate dai vigili del fuoco, alcuni volumi e suppellettili del libraio Marco. Ma con l’ennesimo episodio, l’inchiesta aperta dalla polizia municipale che sta mettendo in fila tutte gli incendi o i principi d’incendio verificatisi da alcuni mesi a questa parte, sembra indirizzarsi verso una pista precisa.

Una pista investigativa legata ai frequentatori “stabili“ di questo paese sotterraneo, dove albergano soprattutto disagio e disperazione. In virtù di testimonianze e immagini acquisiti, il sospetto è che a prendere di mira il libraio sia un altro clochard che frequenta quell’anfratto sotterraneo della città, animato da chissà quale motivazione.

Ma quello di Marco resta comunque un caso. Per il quale anche la politica ha provato a cercare una soluzione, ma finora non è stata trovata. Il libraio è stato contemporaneamente multato per gli accumuli di materiali e poi aiutato, con l’assegnazione di un posto in superficie dove continuare la sua attività. Ma oggi libri e altri oggetti sono ancora presenti nel sottopasso, facili preda di chi, per motivi che oggi non si conoscono, li incendia.

"Comprendo e rispetto profondamente la storia personale di Marco - dice Simone Scavullo del comitato ’Cittadini per Firenzeì -. La sua presenza in quel luogo è ormai nota a molti fiorentini, e nessuno può restare indifferente davanti alla fragilità e alla complessità delle vite umane. Tuttavia, ci sono dei limiti che una comunità deve porsi, nel rispetto delle regole, della sicurezza e dell’equità verso tutti i cittadini".

"Oggi quel sottopasso, che dovrebbe essere libero e sicuro per il transito pedonale, è occupato stabilmente da materiali voluminosi e infiammabili - conclude Scavullo -. In più occasioni, questi materiali hanno preso fuoco, mettendo a rischio l’incolumità pubblica".

ste.bro.