Speranza ma anche tanta disillusione. Si vede negli occhi che luccicano di entusiamo di alcuni giovani che per la prima volta si apprestano al voto. Come in quelli di Maia, studentessa di 18 anni che non vede l’ora che arrivi il 25 settembre per ricever la prima scheda perle urne. Ma ci sono anche sguardi rassegnati. "Conosco persone della mia età che non si interessano alle vicende politiche", confessa Annalena, compagna di scuola di Maia. Frequentano il liceo classico Michelangiolo ed entrambe faranno parte del popolo debuttante alle elezioni politiche: "Mi sento emozionata per questo voto", afferma Maia sorridendo. La storia della loro prima volta in cabina elettorale è la stessa di tutti quei ragazzi e ragazze che il 25 settembre si troveranno con la matita copiativa in mano. C’è chi è felice di dare un contributo al loro Paese, ma sono anche tanti che invece non varcheranno la soglia dei seggi elettorali. Pietro, di appena vent’anni, non ha ancora deciso che cosa farà domenica: "Ci devo pensare, ancora non so se andrò a votare. Ci sono problemi di rappresentatività e di fattibilità dei programmi. La verità è che non ripongo molta fiducia nei politici di oggi. E so che anche tanti miei coetanei non si recheranno in massa ai seggi, perchè sono un po’ disinteressati alla poitica". "Oppure - come dice Annalena - molti ci andranno ma lo faranno senza critrerio e senza una buona informazione". C’è poi chi, come Camilla, 21 anni, non potrà esprimere la sua preferenza, perché lontana da casa: "Tra qualche giorno andrò a Los Angeles e non potrò votare. Questo mi dispiace, avrei tanto voluto". Per i neovotanti è difficile scegliere chi occuperà il nuovo Parlamento italiano. Ed è ancora più complesso se le nuove generazioni si sentono poco prese in considerazione dalla classe politica, come racconta Elia: "Proposte per i ragazzi ce ne sono, ma non sono tante e bisogna vedere se verranno realizzate. C’è necessità che ci sia un filo conduttore tra giovani e politica". Questo è un pensiero comune, condiviso da molti dei ragazzi intervistati. Arianna ha 21 anni e studia Scienze dell’Educazione e Formazione: "Voterò il meno peggio. Il problema è che da anni la situazione è sempre la stessa, nessun margine di miglioramento". Maria, sua amica, prosegue: "Non ripongo la fiducia nel sistema politico. Non mi sento rappresentata da nessuno".
Molti contestano come la classe politica utilizza i social, soprattutto TikTok. Giulio, 19 anni, commenta al riguardo: "TikTok forse è più usato per acchiappare l’attenzione dei giovani". Tuttavia, i social sembrano essere un canale d’informazione molto utile per tutti:"Utilizzo anche Instagram e Internet per documentarmi". Anche perché, secondo molti ragazzi, è proprio grazie ai social che c’è più partecipazione alla politica. Giulio, 23 anni: "Sicuramente ci saranno più ragazzi che andranno a votare, perché i social ne hanno parlato molto e questo aiuta". Basta che non sia il solo e unico strumento utilizzato per informasi. Pietro ascolta rassegne stampa, Elia consulta giornali. Non solo TikTok, ecco. C’è anche un altro sentimento di novità per i neovotanti: i diciottenni avranno la possibilità di votare per la prima volta anche per il Senato. Sperando che qualcosa possa mutare, perché come dice Sara, 20 anni, "Sono demoralizzata. Non penso che la situazione possa cambiare".
Lavinia Beni
Mafalda Chiostri