REDAZIONE FIRENZE

Crollo della perforatrice In otto rinviati a giudizio

Si sfiorò la tragedia il 4 novembre 2015: la trivella si abbattè in viale Guidoni "Piano di lavoro non idoneo a garantire la capacità di sostegno del terreno"

Il 4 novembre 2015 la perforatrice idraulica di 20 metri e 120 tonnellate in un cantiere sul viale Guidoni per la realizzazione di opere per la Tramvia-linea 2 perse "la verticalità" abbattendosi al suolo, sulla strada, in un punto trafficatissimo a quell’ora come quasi a ogni ora dai tanti che provengono dall’aeroporto Vespucci, chi dall’uscita dell’autostrada, chi svolta a sinistra in direzione Sesto, o per andare a imboccare l’A-11, la "Mare".

Il disastro non sfociò in tragedia per miracolo e per una combinazione di fattori; la trivella crollando sfiorato una Range Rover la cui conducente, giovane, rimase illesa ma sotto shock.

A distanza di quasi sei anni il giudice ha deciso il rinvio a giudizio di otto persone. Prima udienza del processo in calendario il 7 febbraio 2022.

A processo con l’accusa di disastro colposo, vanno il direttore dei lavori e coordinatore del progetto Luca Petrucci, il capocantiere Salvatore Vullo, dipendenti di Grandi Lavori Fincosit Spa; Francesco Ambrosini responsabile del cantiere per Vipp lavori Speciali srtl (la impresa subappaltatrice incaricata delle opere specialistiche di fondazione della Trincea Guidoni, compresa le palificazioni necessarie per realizzare una galleria artificiale nel cantiere), il capocantiere per Vipp Fabrizio Marinucci, operatore alla perforatrice; quindi Monia Varvarito e Giacomo Antonio Tallarito, rispettivamente legale rappresentante e responsabile di cantiere di Varvarito Lavori Srl "esecutrice dei lavori di movimento materia e gestione materiali". Nonché "dei lavori dei lavori per il fondo del cantiere". Ottavo rinviato a giudizio Santi Caminiti, direttore dei lavori, coordinatore del progetto e coordinatore per l’esecuzione.

Secondo il pm Vito Bertoni gli imputati devono rispondere della non adeguata valutazione della portanza del terreno su cuipoggiava e operava la perforatrice. Tra le altre cause presunte della caduta, la mancata osservanza delle procedure previste dal costruttore: estrazione, getto e pulizia dell’elica del macchinario.

Due i consulenti terzi che, incaricati dal giudice Francesco Bagnai, hanno redatta una perizia: Muzio Gola, ingegnere del Politecnico di Torino, e Silvio Carmignani, geologo. Non fu un problema improvviso ma cause diverse a provocare il crollo. La trivella non aveva difetti. Per i periti, non sarebbero stata valutata bene la composizione del terreno, non abbastanza solido, prima di usare la perforatrice. Forse a ‘tradire’ i responsabili del cantiere il fatto che la stessa fosse stata usata nei giorni prima, poco lontano.

giovanni spano