EMANUELE BALDI
Cronaca

Crolla un cornicione, paura da Rivoire

Momenti di terrore, giovedì pomeriggio, in piazza della Signoria per il distacco di un pezzo della facciata del palazzo accanto al locale

di Emanuele Baldi

Alla fine un’accelerazione cardiaca e il fiato spezzato per una manciata di secondi sono un pegno ampiamente accettabile di fronte all’alternativa di prendersi in testa un pezzo di cronicione volato giù come un proiettile da un palazzo storico di piazza della Signoria.

"Lo ha sfiorato, si è salvato per miracolo..." dicono da Rivoire dove giovedì pomeriggio, intorno alle quattro, il compagno di una dipendente dello storico Caffè davanti a Palazzo Vecchio si è visto precipitare accanto un missile piovuto dal cielo, staccatosi e scivolato giù in strada quasi fosse un sasso incollato al burro. A quell’ora tanta gente ai tavolini, passanti a iosa, capannelli di chiacchiere e sguardi incantati verso la Torre di Arnolfo. La corsa del cornicione, venuto giù dal palazzo accanto al locale, è finita su una pianta del Caffè.

Insomma è andata di lusso un’altra volta. Ma il problema resta. Ciclicamente, specie in estate, Firenze manda segnali sinistri. Scricchiola, ha qualche grana alle ossa forse? Alcuni piccoli episodi l’anno scorso, mentre nell’estate del 2019 il fenomeno stava addirittura raggiungendo picchi allarmanti. Ricordate? Nel primo caso, era il 24 luglio, a un passo da Palazzo Medici Riccardi dove, tra l’altro, si era appena concluso un sit in di lavoratori del trasporto pubblico, un enorme basamento di pietra, di quelli che sorreggono i terrazzini, si staccò di netto da un palazzo.

Per grazia ricevuta tutti i turisti erano sul marciapiede opposto perché all’ombra. Il secondo fattaccio avvenne nel giro di 48 ore alla stazione di Santa Maria Novella. Un boato di notte con un grosso pezzo d’intonaco della pensilina esterna staccato e piombato giù vicino all’area taxi. E ancora calcinacci in rapida sequenza in via Alamanni e via della Vigna Nuova.

Nel dicembre di quattro anni fa la tragedia della basilica di Santa Croce con un turista spagnolo di 52 anni ucciso dal sostegno in pietra di una trave venuto giù da trenta metri.

Sulle pagine de La Nazione l’ingegner Vincenzo Ramalli, aveva cercato di dare una spiegazione ai ciclici crolli: "La città poggia su una falda in continua evoluzione. Sotto la città c’è acqua e i cambiamenti climatici alterano la staticità". E aveva dato anche una possibile soluzione: "E’ necessario chiamare a raccolta un team di esperti. Abbiamo fior fiore di persone competenti intorno a noi. Non si deve aver paura di lanciare un allarme, dobbiamo tutelare le nostre strutture. Faccio un esempio. Ben vengano gli immobiliaristi che trasformano le strutture storiche in alberghi, ma li dobbiamo supportare affinché lavorino bene".