Covid, allarme Rsa: 650 contagiati. "C'è il rischio di una strage"

Cgil e Cisl chiedono strutture adeguate ai ricoveri. Il personale stremato: "Preferiscono licenziarsi"

Mamma e figlia, affetti alla finestra

Mamma e figlia, affetti alla finestra

Firenze, 8 novembre 2020 - Uno tsunami. Peggio della prima ondata epidemica. E nelle case di riposo si rischia una seconda e più grave e ingiustificabile strage di anziani. Il numero dei positivi sale giorno dopo giorno, come una marea incontrollata. Solo nella provincia di Firenze sono 650 gli ospiti contagiati in 22 strutture, tenendo conto che ci sono 60 tamponi in corso di elaborazione. Persone che vengono curate all’interno delle case di riposo, con l’intervento dei team Usca (medico e infermiere) e Girot (con geriatra). Una strategia diversa rispetto a quella messa in campo durante la prima fase dell’emergenza, tesa a preservare gli ospedali da un’ondata di ricoveri che avrebbe già mandato in tilt il sistema ospedaliero. Gli anziani più gravi vengono inviati in pronto soccorso.

A quello di Careggi ne sono arrivati 2 il 3 novembre, 1 il 2 novembre, 2 il primo novembre, 7 il 28 ottobre. Pochi rispetto alla numerosità di positivi rilevata nelle Rsa e pochi rispetto a quanti ne arrivavano nello scorso aprile. Cgil e Cisl lanciano un grido d’allarme. Il timore che molte Rsa non abbiano mezzi sufficienti per rispondere alle necessità sanitarie crescenti della popolazione anziana, quella più fragile ed esposta alla più gravi conseguenze della malattia, lascia spazio a un orribile sospetto che vorremmo poter scacciare senza ombre di dubbio e che cioè che la civile Toscana non faccia il massimo per salvare ogni vita umana. Intollerabile che la data di nascita diventi una condanna a morte.

La Cgil chiede un piano da attuare con urgenza nelle prossime ore. "Una strategia complessiva da mettere in campo immediatamente, per gli utenti ma anche per la tenuta complessiva del nostro sistema socio sanitario regionale – dice Alessandro Giorgetti della Fp Cgil Firenze – Come abbiamo constatato nella prima ondata, non è possibile gestire i casi all’interno delle Rsa". Il numero dei positivi è tropo alto, così come quello dei lavoratori nelle strutture infettate non è sufficiente per garantire l’assistenza: neppure con il sostegno del personale Asl, insufficiente anche per i bisogni degli ospedali. "Serve ottimizzare le risorse aprendo strutture dedicate per gli ospiti di Rsa contagiati dove offrire la migliore assistenza concentrando le forze", conclude Giorgetti.

Spaventa anche il numero di operatori positivi nelle Rsa, 310, sostituiti in servizio da infermieri dell’Asl Toscana centro. Dove, in ogni caso, crescono i numeri del contagio: con 580 operatori sanitari positivi, 790 se si contano anche quelli di Careggi e Meyer. "Il personale non ce la fa più: ogni giorno svenimenti, malori, ci sono stati anche infermieri che hanno preferito licenziarsi, esasperati... Se va avanti così sarà necessario l’intervento della protezione civile", dice Simone Baldacci, delegato Cgil nella Rsu dell’Asl Toscana centro.

Si torna a fare la caccia agli infermieri nelle graduatorie, si richiamano quelli che non avevano risposto alla chiamata precedente perché magari già oc cupati altrove: la speranza è di riuscire a recuperarne almeno 200.

Preocccupazione anche per la Cisl. "Tanta, in special modo per le persone più fragili, che in questo momento hanno più bisogno di assistenza. Non si può perdere altro tempo, è necessario un tempestivo intervento – dice Nicola Burzio, segretario Cisl Fp Firenze-Prato – Chiediamo alle istituzioni di correre ai ripari per mettere in sicurezza operatori e pazienti, prima che il problema dilaghi in maniera catastrofica".

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