Cortei e tribunale: la protesta compie 2 mesi

Il 9 luglio la mail con i 422 licenziamenti, ieri la prima udienza della causa per comportamento antisindacale. E la lotta prosegue

Migration

di Barbara Berti

CAMPI BISENZIO

Il caldo, le ferie, la rabbia, la disperazione, la ribellione ma anche la speranza e, soprattutto, la voglia di lottare. "Perché in questo tempo abbiamo imparato che la nostra azienda va difesa fino alla fine e finché ce ne sarà", dice Matteo Moretti della Rsu di Gkn.

Ieri ricorrevano i primi due mesi di presidio permanente degli operai della fabbrica di viale Fratelli Cervi, azione di protesta scattata subito dopo aver ricevuto le gelide mail con cui la proprietà aziendale, il fondo speculativo Melrose, annunciava la volontà di chiudere lo stabilimento di Campi e mandare tutti a casa. Lo scorso 9 luglio, con un clic, sono stati polverizzati 422 posti di lavoro che diventano 500 tenendo conto dei lavoratori delle ditte in appalto interno. Una doccia fredda per tutti. Uno choc che da cui non è facile riprendersi. Eppure, alla Gkn la disperazione si è immediatamente trasformata in rabbia, ma non intesa come cattiveria quanto indignazione e determinazione. Da qui lo slogan "Insorgiamo" che è diventato il simbolo della lotta, richiamando anche quei valori partigiani tanto da suonare la ‘martinella’ in occasione dell’anniversario della Liberazione di Firenze. Fin da subito i lavoratori hanno declinato con garbo ma con estrema convinzione qualsiasi forma di pietismo e sono stati travolti da un’onda di solidarietà che non conosce confini. Mercoledì scorso, per esempio, una delegazione di lavoratori del Cementificio Testi del Chianti hanno donato generi alimentari e altri materiali che erano rimasti dal loro presidio permanente durato quasi un anno (da ottobre 2020 ad agosto).

Una sorta di passaggio di testimone.

Anche se si tratta di due vertenze diverse, il traguardo è comune: riqualificare il mondo del lavoro e difendere gli stabilimento produttivi. E a Campi, le tute blu - grazie a un collettivo operaio forte, coeso e fortemente sindacalizzato - stanno portando avanti questo obiettivo su vari fronti. A partire dalla sicurezza del sito produttivo. "In officina possono entrare solo gli addetti per controllare gli impianti" dice Paolo Marini della Rsu, colui che si occupa della gestione quotidiana dello stabilimento. Così, si va dalla manutenzione degli impianti al decoro della struttura, senza dimenticare il monitoraggio delle acque reflue e dei rifiuti pericolosi.

"Sicurezza significa anche prefiltraggio ai cancelli, controllo costante del perimetro aziendale visto che ancora oggi strani soggetti si aggirano intorno alla fabbrica facendo video e foto" spiega sempre Marini. Ogni giorno, poi, c’è da coordinare i turni per preparare da mangiare e tenere tutto pulito. "Delle pulizie se ne occupano ancora le lavoratrici della ditta in appalto, ma lo fanno volontariamente, per spirito di appartenenza" aggiunge Marini, ricordando l’aiuto e il supporto dei ‘solidali’ e dei compagni della Cgil.

"In questi due mesi - prosegue Moretti - abbiamo capito che l’azienda non è solo nostra ma dell’intera comunità perché questi posti di lavoro li abbiamo ereditati dalla storia industriale di Firenze di cui prima Fiat e poi Gkn fanno parte". Così, i lavoratori, mettendoci la faccia e la fedina penale, si stanno opponendo alla delocalizzazione dell’azienda.

"Stiamo facendo tutto ciò che è necessario per difendere la nostra famiglia" dice Moretti. E il 18 nuova manifestazione. La Fiom ha annunciato ha annunciato che ci sarà.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro