"Contesa per la ex Caserma Ferrucci a Firenze: polemiche sulla trasformazione in Rsa"

Padre Pagano e residenti di Firenze chiedono al Comune di fermare la trasformazione della ex Caserma Ferrucci in una Rsa, proponendo un centro educativo alternativo. Polemiche e interrogazioni politiche animano la controversia.

di Pietro Mecarozzi

"Vorrei che un rappresentante del Comune di Firenze venisse qui nel nostro chiostro per un incontro di persona. Nessuno lo hai mai fatto per il momento, nessuno ci hai mai chiesto il nostro parere sulla trasformazione della ex Caserma Ferrucci in una Rsa". È l’ultimo appello di padre Giuseppe Pagano, priore della basilica di Santo Spirito e rappresentante dell’ordine degli agostiniani, nel quale ancora alberga "un briciolo di speranza che alla fine il progetto non si farà" e che un luogo "così importante venga restituito alla città, ai credenti, agli studenti anche ai turisti". Quello della conversione dello stabile è un nervo da tempo scoperto: i locali dell’ex caserma diventeranno una struttura residenziale per la terza età, come si legge nel disciplinare di gara di Difesa Servizi (società del ministero della Difesa) vinto nel 2022 dalla società "Fastpol srl", e secondo le ultime indiscrezioni la stipula del contratto per l’organizzazione dei lavori è oramai prossimo.

La struttura di 4.670 metri quadrati è divisa in due parti: una degli agostiniani e una che per due secoli è stata occupata prima dall’Esercito e poi dal centro documentale del ministero dello Difesa. Quest’ultima è previsto, appunto, che si trasformi. La società che ha vinto la concessione trentennale (per 5 milioni più altri 8 per il restauro) punta a realizzarvi una Rsa e un senior housing, ossia appartamenti per anziani autosufficienti ma fragili, che potranno avere vicino a loro centro medico, fisioterapico, e altri tipi di assistenza. Un indirizzo previsto dalla destinazione d’uso, come si legge nel sito del ministero, mentre nel 17 aprile 2014 Demanio, Comune e Soprintendenza siglarono un protocollo d’intesa che riteneva compatibile la destinazione “direzionale e di servizio”, con la Soprintendenza che in quell’occasione non ritenne adeguata la soluzione del “residenziale” e “turistico-ricettiva”.

Ma gli agostiniani si sono ribellati, e con loro i residenti, che domani nel corso di una assemblea pubblica sul sagrato della chiesa illustreranno pubblicamente il loro progetto alternativo. Niente Rsa, ma un centro educativo, con aule, biblioteche, laboratori per le arti e servizi utili ai fiorentini del quartiere di Santo Spirito è la proposta ideata insieme all’Università agostiniana di Villanova, in Pennsylvania (Usa).

"Deve intervenire l’amministrazione comunale e fermare il progetto - tuona Andrea Giacomini, 75 anni, storico commerciante di piazza Santo Spirito, oggi in pensione, tra i più attivi sul fronte No-Rsa -, è uno scandalo. Stiamo parlando di un luogo di cultura e di spiritualità, fondamentale per il quartiere e la città".

Le polemiche sul tema hanno movimentato anche le aule di Palazzo Vecchio con numerose interrogazioni mirate a far luce sulla catena di responsabilità, e una guerra a colpi di accessi agli atti, dalla quale non si sono tirati indietro nemmeno gli agostiniani (coadiuvati dall’avvocato Lorenzo Calvani). "I documenti parlano chiaro: in più di dieci anni dall’inizio della contesa - spiega padre Pagano - il nostro ordine non compare mai tra i soggetti interpellati. Nonostante la strettissima vicinanza che i locali della futura Rsa avranno con i nostri, in quanto a dividerci saranno soltanto pochi centimetri di mura".

Sul fronte politico, a riaccendere la miccia delle polemiche ci pensa il senatore fiorentino di Fratelli d’Italia, Paolo Marcheschi. "Il fatto che il Comune non sapesse e non fosse coinvolto nella scelta del progetto è falso - spiega -. Ci sono firme su atti e condivisioni di protocolli d’intesa, già a partire dalla giunta Renzi, che fanno capire quanto il Comune avrebbe potuto fare, se avesse voluto". Mentre Palazzo Vecchio, di tutta risposta, ricorda i passaggi che dal 2014 a oggi si sono succeduti e i ruoli che Ministero e Comune hanno ricoperto in tutte le fasi del processo.