La regola numero 1 è quella di uscire sempre in gruppo e non lasciare mai indietro una persona da sola. La 2 è di farsi accompagnare in bagno da un amico o amica nei locali notturni, la 3 di non perdere di vista la bibita.
Sono alcuni dei consigli che vengono dati in una sessione ad hoc di Orientation, organizzata proprio per mettere in guardia i giovani americani in città per finire il proprio percorso di studi. "Le prime due settimane sono particolarmente insidiose perché non conoscono ancora l’ambiente e non sanno riconoscere eventuali pericoli. Per questo gli ricordiamo di chiamare sempre il nostro numero di emergenza in caso di bisogno, di uscire con il telefono carico e raggiungibile con salvati i numeri della polizia e dei carabinieri" sottolinea Caterina Paolucci, direttrice della James Madison University. Tra i vari consigli anche quello di bere con consapevolezza.
"La diffusione di alcolici è un problema, durante il Covid c’è stato un drastico calo ma da quest’estate sembra di essere tornati ai livelli pre pandemia – riprende Paolucci -. L’alcol purtroppo è alla base di tanti episodi di violenza, anche perché gli americani che vengono in Italia hanno mediamente più soldi di un giovane europeo e, allo stesso tempo, per loro i nostri prezzi sono molto bassi rispetto ai loro. Per cui comprare da bere sia al supermercato che al bar diventa quasi un must, considerato che la maggior parte di loro non può consumare alcol negli Stati Uniti perché ha meno di 21 anni".
Per Paolucci, Firenze non è una città poco sicura o meglio non lo è meno di altre grandi città. "Non ci sono luoghi sicuri in sé e per sé – riprende -. Ci sono comportamenti che aiutano a non incorrere in rischi, altri che potrebbero favorire situazioni di pericolo. Come girare di notte o rincasare da soli. Tanto dipende dall’educazione, dall’istruzione e dal lavoro, in sostanza dall’integrazione sociale delle persone. Più aumenta il numero di persone non integrate, più aumentano i problemi". Per la direttrice della Madison occorrerebbero maggiori occasioni di incontro tra le diverse comunità, fiorentine e straniere, che vivono in città.
"Più ci si conosce, più ci si rispetta. E per i giovanissimi ci vorrebbero molte più opportunità per fare sport, gratuitamente e liberamente, in tutti i quartieri. Impianti, tornei, possibilità di creare squadre. Lo sport è da sempre un grandissimo antidoto alla violenza".
Rossella Conte