OLGA MUGNAINI
Cronaca

Il miracolo del posto fisso. "Ora vado a vivere da solo"

Marco, 27 anni, e le certezze di un lavoro in Comune

Marco Cancellara, neo assunto, con le sue nuove colleghe del Comune (New Press Photo)

Firenze, 5 luglio 2018 - Prima  ancora di sedersi alla scrivania ha dovuto pagare da bere a tutti gli amici, vecchi e nuovi, promettendo che non appena andrà a vivere da solo, la sua casa sarà aperta a tutta la compagnia. Marco Cancellara compirà 27 anni l’ottobre prossimo e per tutti i suoi coetanei è una specie di miracolato: partecipa al suo primo concorso bandito dal Comune, lo vince – battendo i quasi 4mila in lizza – e viene assunto subito a tempo indeterminato. Una parola, o meglio uno status, che ormai un’intera generazione non ha neppure l’idea di cosa voglia dire.

Lei è uno dei 46 neoassunti in Comune? Come è stato il debutto?

«Direi che è andato molto bene, anche se questo è il mio terzo giorno di lavoro...»

Si ritiene un fortunato?

«A vedere come mi guardano tutti direi di sì. Sicuramente lo sono, perché la ricerca di un lavoro è un lavoro a sua volta. E avere certezze, poter contare su un sostegno stabile non solo è importante, ma diventa fonte di sollievo e serenità. Anche se devo dire che io non credo troppo alla retorica del giovani sfruttati dalle multinazionali cattive...»

Però capita.

«Sì, certo. Ma è una semplificazione e come tale è dannosa per tutti. La questione è più complessa».

Non teme di perdere gli stimoli, visto che ormai tutto è garantito?

«No, spero proprio non accada. Non vorrei mai perdere l’entusiasmo, anche perché l’assunzione non è un traguardo, ma l’inizio di un’avventura. E poi il mio non è stato un ripiego. Quello che mi appresto a fare è davvero interessante, ogni giorno nuove sfide».

Che farà di preciso?

«Mi occupo di europrogettazione e ricerca di finanziamenti. Faccio un esempio, anche la tramvia è costruita con fondi Ue. Mi piace l’idea di lavorare per un ente pubblico, affrontare le tematiche da un punto di vista tecnico e trovare gli strumenti necessari per realizzare i progetti. E’ un modo concreto per incidere sulla qualità della vita delle persone. Se poi si lavora per la propria città è ancora più gratificante».

Le sembra uno stipendio adeguato quello che avrà? Nel privato si guadagna meglio?

«Oddio...non lo so mica quanto guadagno...Non mi sono informato ma sarà quanto previsto dal contratto.... L’orario è buono: 36 ore settimanali con due rientri il pomeriggio».

Ma la prima cosa che farà ora che ha un posto fisso?

«Andrò a vivere da solo».