Comunali 2024 . Occhio a scottarsi

In un clima di tensione politica a Firenze, Stefania Saccardi fa un passo in avanti verso le elezioni del 2024, suscitando reazioni contrastanti tra Pd, Italia Viva e centrodestra. Il partito è in attesa di capire chi sarà il candidato e come si svilupperanno le alleanze.

Hai voglia a dire ‘basta gorillaio’. A battersi per evitare i chiacchiericci e fare appello a partito e coalizione (che poi tocca ancora capire quale sarà), senza fughe in avanti. A parlare di programmi, a masticare politica e non nomi. Non c’è niente da fare: il termometro in città è sempre più caldo e rischia di consumare gli stessi papabili. I più accorti (vedi Simona Bonafè) se ne stanno in silenzio, sperando di non essere gettati nel vortice.

L’ultima, ma solo in ordine di tempo, a pigiare sull’acceleratore, è Stefania Saccardi, la signora delle preferenze.a sempre, da quando era nel Pd e, se ci restava, stavolta rischiava sul serio di fare il sindaco di Firenze dopo un Dario Nardella alle prese con le prove generali per le Europee. Ha radunato il suo gabinetto di fedelissimi e ha fatto un passo in avanti in vista dell’appuntamento del 2024, anche se dicono, Matteo Renzi non l’abbia presa benissimo.

Potrebbe anche essersi giocata il ‘modello-Giani2020’ uscendo allo scoperto anzitempo, ma bisognerà capire se andrà fino in fondo. La mission, non semplicissima per la verità, sarebbe andare lei, e non il centrodestra, all’eventuale ballottaggio.

Non l’hanno presa bene nemmeno il segretario dem Emiliano Fossi, da sempre fautore di un accordo con Italia Viva, e il suo stesso presidente, Eugenio Giani, con il quale si sta consumando una polemichetta a distanza. Con lui che dice: ‘il problema non si porrà, perché si arriverà a una candidatura congiunta’; lei che ribatte di aver smesso di prendere lezioni anche da suo padre. Uno scossone che arriva a distanza di pochi giorni dalla bufera su Schmidt, possibile candidato delle destre, scivolato sull’invito all’ex Nar ma in cella per un delitto comune, e all’anticipazione della possibile scalata dell’assessora campigiana Monia Monni, avanzata dallo stesso Giani che sogna una giunta allargata a Palazzo Vecchio con Cecilia Del Re e, prima che andasse a rimpinguare le fila renziane, anche di Rosa Maria Di Giorgi.

A meno che, alla fine, quando un nome dal cilindro non uscirà sarà lo stesso presidente a diventare l’uomo di sintesi da corteggiare. Tutto ancora prematuro in un partito con il cuore in gola per le amministrative e le Europee: vero spartiacque su alleanze passate e future in casa Pd, tra schleiniani e riformisti.