
Pier Alessandro Samueli, presidente del consiglio regionale Ente nazionale sordi Toscana, fa visita alla Scuola Santa Marta e ci apre le porte di un mondo poco conosciuto.
Quando nasce l’Ente nazionale sordi?
"Nasce il 24 settembre del 1932 a Padova, sotto il fascismo: molti sordi si riunirono gettando le basi per una nuova associazione che ottenne un riconoscimento pubblico dal governo: l’impegno era quello di difendere i diritti di tutti i sordi".
Di che cosa si occupa l’Ens?
"Aiuta le persone sorde sul territorio ad essere autonome: promuove la lingua dei segni e rappresenta un supporto per l’informazione, la formazione e l’inclusione scolastica, lavorativa, sociale, la cultura, lo sport, il tempo libero e le attività ricreative".
Cos’è la lingua dei segni?
"La lingua dei segni italiana è la lingua usata dai sordi per comunicare: essa viaggia su un canale visivo e utilizza componenti manuali, poiché le mani assumono varie forme e movimenti, l’espressione facciale e la postura. E’ una lingua ricca, con un lessico che si evolve continuamente".
Esiste una sola lingua dei segni nel mondo?
"No, ogni comunità ha la propria lingua dei segni e ciascuna mostra un forte legame con le rispettive culture di appartenenza".
In che modo è possibile aiutare un bambino nato sordo?
"E’ necessario che il bambino impari da subito la Lis affinché possa comunicare con l’ambiente circostante; dovrà poi seguire una terapia logopedica poiché il fatto di non sentire i suoni gli impedisce di imparare spontaneamente la lingua vocale. Sarà inoltre possibile inserire delle protesi acustiche di diverso genere a seconda del grado di sordità".
In che modo le persone sorde hanno vissuto il periodo del Covid?
"E’ stato un momento molto duro perché i sordi sono abituati a leggere il labiale e con le mascherine ciò era impossibile. In commercio si trovavano mascherine trasparenti, ma si appannavano di continuo. Inoltre, proprio nel momento più critico, spesso le informazioni non venivano segnate".
In che modo l’era digitale ha cambiato la vita dei sordi?
"È stata una rivoluzione: grazie al cellulare è possibile segnare nel corso di una videochiamata, è possibile scrivere messaggi. Pensate che prima un sordo doveva sempre far riferimento ad un udente se aveva bisogno di fare una telefonata. Una sera rimasi bloccato sull’autostrada e trascorsi lì tutta la notte".
Cosa le ha impedito di fare la sordità?
"In realtà niente: ho studiato, ho giocato a pallacanestro ad alti livelli, mi sono laureato, ho una bella famiglia e viaggio moltissimo. Un sordo può diventare quello che vuole, è solo necessario che la società sia pronta a garantirne i diritti".