Francesco
Gurrieri
Padre Antonio di Marcantonio, noto alle cronache per i suoi richiami di civiltà sull’uso del sagrato di Santa Croce è oggi il direttore e l’editorialista del periodico “Città di Vita”. Rivista con 78 saldi anni alle spalle, da quando, nel 1945, fu fondata prendendo a prestito da Matteo Palmieri il titolo del suo poema scritto in volgare a restituire un viaggio ultramondano compiuto in sogno, non estraneo alla suggestione dantesca. L’intento, nella dura e asciutta dialettica dell’immediato dopoguerra, era quello stesso dello Studio Teologico per Laici, di cui fu scaturigine: l’incontro fra pensiero sacro e cultura laica. In otto decenni ha avuto direzioni e collaboratori diversi, tutti di grandissimo prestigio; solo per citarne alcuni, Adolfo Oxilia, Piero Bargellini, Carlo Betocchi, Nicola Lisi, Vittorio Vettori, George Uscatescu, Geno Pampaloni, Margherita Guidacci, Carlo Bo, Mario Luzi. Padre Massimiliano Rosito l’ha guidata per un lungo periodo, costruendo intorno alla rivista un gruppo sociale che si è identificato con quel prezioso cenacolo che si riuniva nel seminterrato prossimo al corpo absidale della basilica. Fu lui a segnalare, piangere, provvedere alle prima cure del Crocifisso di Cimabue offeso e mutilato dall’alluvione del novembre ’66. E sempre a lui si deve l’idea e la realizzazione del museo monografico dedicato alla grafica di Pietro Parigi: grafica che ha sempre accompagnato le pagine di ‘Città di Vita’. Sempre legati a padre Rosito sono i numerosi supplementi dedicati a Giotto, a Brunelleschi, ai tanti temi artistici che caratterizzano Santa Croce. Ora la rivista sta vivendo una nuova impegnativa stagione, coordinata da padre Gabriel Marius Caliman, la direzione di Antonio Di Marcantonio, e l’impegno di garante scientifico di Sergio Givone, Cristina Acidini, Antonio Natali (solo per citarne alcuni), con in redazione Angelo Tartuferi e Silvia Bargellini, a testimoniare di una fedeltà mai interrotta.