
di Ilaria Ulivelli
Siamo al giorno dell’arrivederci, dopo tre anni appassionati e intensi. Benjamin Wohlauer è stato il quarantaquattresimo console generale degli Stati Uniti a Firenze, con competenza su Toscana, Emilia Romagna e Repubblica di San Marino. Il suo nuovo destino da viceambasciatore del suo Paese in Cambogia lo chiama.
Come lascia Firenze rispetto a come l’ha trovata?
"Insieme abbiamo vissuto un periodo molto impegnativo che però mi lascia ottimista. C’è una collaborazione concreta, a tutti i livelli, tra gli Stati Uniti e la Toscana che emerge in maniera più solida nei momenti di difficoltà".
Il sindaco Nardella ha fatto una chiamata alle arti rivolta al mondo e soprattutto agli amici statunitensi per il rilancio della nostra città: cosa ne pensa?
"E’ un’iniziativa molto importante per la rinascita della città. Un’occasione per riconoscere che i due Paesi stanno insieme in un momento di svolta storica. E’ fondamentale incoraggiare i nuovi partner ma anche approfondire i legami che esistono già".
Quando torneranno gli studenti americani che mancano tanto a Firenze?
"I circa cinquanta programmi universitari e i diecimila studenti hanno un ruolo centrale nella comunità americana in Toscana e a Firenze. Gli ostacoli burocratici non permetteranno il loro ritorno in autunno, ma c’è la volontà di ripartire presto. Probabilmente a febbraio. Gli amministrativi sono rimasti: lavorano giorno e notte per permetterlo".
Si è fatto un’idea di come è stata gestita diversamente la crisi sanitaria ed economica nei due Paesi, fatte le dovute proporzioni?
"Il modello italiano è molto rispetatto nel mondo. Il vostro Paese ha fatto da battistrada con risultati chiari: tutti hanno imparato moltissimo da voi. Gli Stati Uniti sono un po’ più indietro, ma ce la faremo".
Crede che gli americani quando saranno eliminati i divieti saranno pronti a tornare a Firenze?
"Firenze e la Toscana sono un brand molto amato e una meta turistica che rimarrà sempre nel cuore degli americani. Non dovete preoccuparvi. Oltre a chi tornerà dobbiamo ricordare chi resta: le imprese americane danno lavoro a 12mila toscani in questo momento di crisi e 35mila cittadini Usa sono i vostri vicini di casa".
Il suo è un arrivederci...
"Parto oggi e vorrei ringraziare tutte le autorità e il popolo di Firenze e della Toscana per l’ospitalità, l’amicizia e la collaborazione. Qui mi sento veramente a casa. Nelle strade di Firenze ho incontrato spesso i miei predecessori. Ci sarò anche io fra poco, spero".