
I locali sono stati liberati, spazio a nuovi progetti, si fanno largo altre possibilità. Con l’inizio del 2023, Montaione sogna in grande e lo fa con un primo buon proposito: reperire le risorse necessarie alla ristrutturazione dell’ex Centro di Accoglienza Straordinario per migranti dove poter realizzare la nuova biblioteca. E’ stato chiuso solo pochi giorni fa, infatti, il Cas allestito nei locali dell’ex ostello dietro il municipio. "Il Centro - ha spiegato il sindaco Paolo Pomponi - poteva ospitare fino a 12 migranti, era operativo dal luglio 2015 ed era gestito dal Movimento Shalom. Quando scoppiò l’emergenza accoglienza migranti, la nostra amministrazione comunale fu fra le prime a raccogliere l’appello della Prefettura. A fine maggio 2015 indicemmo un’assemblea pubblica per illustrare l’idea e la disponibilità del Movimento Shalom a collaborare, gestendo il Centro". Da lì in poi tante attività per i migranti ospitati, "dai corsi di lingua italiana - ricorda Pomponi - all’impiego in alcuni lavori socialmente utili, a momenti di incontro con le scuole, a spettacoli musicali, a scambi culturali e gastronomici. A causa della riduzione dei contributi pubblici, si è assistito ad una riduzione dei servizi erogati, anche se il Movimento Shalom ha sempre fornito tutta l’assistenza fondamentale ai migranti, da quella sanitaria a quella giuridica, alla ricerca di possibilità di studio e occupazione".
Shalom dopo questo primo Cas ne ha aperti altri, ancora in funzione, uno dei quali a Montaione, nella frazione di Collegalli. Ora i tempi sono maturi per un cambio di destinazione d’uso dell’immobile. "Abbiamo chiesto a Shalom di poter rientrare in possesso dei locali assegnati per poterli utilizzare per altra finalità, provando ad accedere a finanziamenti Pnrr. L’idea - anticipa il sindaco - è di utilizzare gli spazi per una nuova biblioteca". Il progetto è stato messo a bando ma al momento sembra tutto in stand by, i finanziamenti non sono arrivati. "Siamo in attesa di ulteriori sviluppi, si tratta di capire dove reperire le risorse, l’intervento di ristrutturazione è oneroso. Sogniamo una biblioteca a servizio della collettività in una superficie ampia, su più piani e con il giardino esterno; quella che già c’è è bellissima e molto utilizzata ma c’è carenza di spazio". Ecco quindi che dopo sette anni e mezzo termina una lunga e fruttuosa parentesi: i migranti presenti al momento della chiusura sono stati trasferiti in altro Centro. "Al Movimento Shalom ed al suo fondatore Don Andrea Pio Cristiani, vanno i più sentiti ringraziamenti per tutto quello che ha fatto in questi anni".