DON FRANCESCO
Cronaca

Chi non ha pazienza non sa amare

Don Francesco

Vermigli

È difficile immaginare una pazienza più grande di quella dei genitori nei confronti dei propri figli. La loro pazienza non è passiva, ma è fatta di speranza, di fiducia e di attesa: speranza e fiducia che il futuro veda fiorire i figli e che la loro vita dia i frutti tanto attesi. Ma alla base di tutto c’è l’amore: l’amore quello vero, quello che non si arrende, sa attendere, che non diventa schiavo di un oggi privo di segni. L’amore è un desiderio che è proiettato più in là delle strettoie del presente. L’amore è uno sguardo più profondo di qualsiasi altro sguardo. Nel Vangelo di questa domenica di Quaresima (Luca 13,1-9), Gesù dice qualcosa di simile. C’è un fico – racconta Gesù – che non dà frutti da anni e il padrone del fico chiede al vignaiolo di tagliarlo. Ma questi lo invita ad aspettare ancora. Lo invita ad attendere e vedere se alla fine torni a dare i frutti a lungo sperati. La reazione del padrone è la reazione dell’uomo che non sa attendere e non sa aver pazienza. Ma chi non ha pazienza, chi non crede possibile che arrivino infine i frutti sperati, è perché non ama davvero. L’attesa e la pazienza di cui parla Gesù in questo Vangelo, è la pazienza e l’attesa di Dio nei confronti dell’uomo. Sono il segno dell’amore di Dio. Dio attende la nostra conversione, come attende il ritorno del figlio il padre della parabola del “figliol prodigo”. A chi dice di non credere in Dio e se ne dispiace, un prete che conosco bene ripete spesso che non bisogna rassegnarsi, perché prima ancora è Dio che crede in noi.