
Le trattative definite da mesi sono sfumate all’ultimo minuto. Fortuna che Il Molino Bistrò di Facto all’interno del vecchio Molino degli Elmi a Montelupo è un luogo davvero appetibile. Ed infatti è bastato un appello sui social della titolare per suscitare l’interesse di tanti, possibili nuovi gestori. Inaugurata nell’aprile del 2019, chiusa per decreto a marzo 2020, riaperta a luglio e chiusa, di nuovo, a novembre, l’attività di ristorazione è tutt’oggi sospesa ma l’obiettivo di Silvia Greco, ideatrice di Facto, il coworking diffuso all’interno del quale è ospitato il bistrot, è far rifiorire il ristorante. La pandemia e il caro bollette hanno dato la mazzata definitiva. I costi vivi nonostante la chiusura e l’agenzia delle entrate che avrebbe dovuto erogare 20mila euro di contributi per permettere alla Greco di riaprire. Cifra che, per cavilli burocratici, è rimasta congelata. Ma resta il sogno di portare il bistrot a nuova vita. "Cerchiamo un imprenditore del settore pronto a cogliere la sfida - dice Silvia Greco - Il desiderio è riaprire in vista della stagione estiva". La struttura, una location incantevole lungo il torrente Pesa, consta di 250 metri quadrati calpestabili per circa 100 posti interni e 20 su una pittoresca terrazzina affacciata sulla Pesa, con possibilità di altri 30 posti nella piazzetta antistante. La cucina attrezzata è stata usata solo 10 mesi. E poi il magazzino, la dispensa, il bar, la saletta per eventi privati, un bagno nuovo di zecca.
"Vorrei vendere - dice Greco - ma valuto anche la possibilità di darlo in gestione o di trovare qualcuno con cui poterlo riaprire. Questo luogo è magico e aspetta solo di trovare chi se ne innamori per riportarlo al suo splendore". L’interesse ha portato diversi imprenditori, non solo dell’Empolese, a farsi avanti, ma ancora la ricerca del nuovo proprietario è attiva. "La prima scelta sarebbe una gestione esterna - spiega la titolare - Ma il piano b prevede il reimpiego del vecchio staff che dopo il secondo lockdown ha continuato a dare una mano al coworking a titolo volontario. Ci manca il cuoco, figura fondamentale". Intanto l’offerta dedicata all’arte sta per ripartire. Il coworking è operativo. "Facto è vivo, ed è ai suoi progetti culturali che dedicherò tutte le mie energie. Il ristorante però è un pezzo importante. Vorrei risolvere quanto prima la questione perché da sola far fronte a tutto è davvero difficile".
Ylenia Cecchetti